sabato 27 luglio 2013

Rifiuti, a Guidonia spunta un nuovo scavo «Pronto progetto per invaso da 500mila m³»

IL PIANO PRESENTATO ALLA REGIONE DAL COLARI PER LA COSTRUZIONE DI UN TMB

Rifiuti, a Guidonia spunta un nuovo scavo
«Pronto progetto per invaso da 500mila m³»

Il piano per l'allargamento della discarica dell'Inviolata. Rabbia dei residenti della zona: «Non rispettate limiti e regole». Raccolta firme per ricorso al Tar ROMA - All'uscita del casello autostradale di Guidonia Montecelio, è la prima cosa che il paesaggio ti offre: la discarica dell'Inviolata. Situata al centro di un parco regionale archeologico, che non conosce fine. E lo sanno bene i comitati e le associazioni ambientaliste di zona che da anni combattono contro allargamenti e proroghe. Pronti a un ricorso al Tar contro la determina regionale firmata il 30 maggio scorso e che dispone una «variante non sostanziale» al sesto invaso autorizzato nel 2009, oggi già saturo, su cui è stato disposto un'ampliamento di volumetrie per circa 25mila metri cubi e 20mila tonnellate di rifiuti. Ma non finisce qui. Nel progetto presentato all'inizio di giugno dal Colari di Manlio Cerroni per la costruzione del Tmb (trattamento meccanico biologico), ancora in esame alla Pisana, è previsto lo scavo di un ulteriore invaso da 500mila metri cubi.


(Altimari)(Altimari)
DETERMINA E RICORSO AL TAR – Contro la determina regionale, i comitati stanno avviando una raccolta fondi per presentare ricorso al Tar: «Questo tipo di procedura ha un costo e stiamo provando a mettere insieme le forze, coinvolgendo tutti i cittadini tiburtini – spiega Romina Polverini, comitato di quartiere Marco Simone -. Hanno disposto una variante non sostanziale per un ampliamento del 10% senza tenere conto di tutti i parametri necessari, ovvero il limite di conferimento di massimo dieci tonnellate al giorno, che non può essere rispettato visto che in questa discarica ne vengono sversate 140mila l'anno». Le associazioni locali hanno quindi presentato in Regione una diffida finalizzata a far rispettare la normativa di riferimento, qualora si configurasse l'ipotesi di avviare una procedura di variante “sostanziale”, ovvero una nuova Aia (autorizzazione integrata ambientale).
(Altimari)(Altimari)
TERRITORIO COMPROMESSO – All'ombra di Malagrotta, che dovrebbe chiudere definitivamente fra tre mesi mentre entro il 31 luglio dovrebbe essere individuato il nuovo invaso della Capitale, continua quindi a “crescere” la seconda discarica più grande del Lazio. In cui vengono conferiti i rifiuti di 49 comuni della Provincia, in un territorio dove la raccolta differenziata porta a porta è ormai in vigore da quasi quattro anni. «A pagare le scelte sbagliate delle amministrazioni sono sempre i cittadini – dicono dal comitato Amici dell'Inviolata -. Due anni fa l'Arpa Lazio ha imposto la messa in sicurezza di tutta l'area del vecchio invaso a causa del forte inquinamento delle falde acquifere. Oggi vogliono continuare ad utilizzare una discarica che ha fatto ormai il suo tempo e che solo il giusto avvio della differenziata porta a porta renderebbe obsoleta». Come ricordano i comitati, la caratterizzazione (verifica delle cause inquinanti) è ancora in corso.
La zona dello scavo archeologico (Altimari)La zona dello scavo archeologico (Altimari)
PARCO ARCHEOLOGICO – In passato anche il Mibac aveva espresso parere negativo all'instaurazione ed ampliamento di questo invaso proprio per il ritrovamento, negli anni, di diversi reperti archeologici. L'ultimo scavo, parte dell'antica via Cornicolana, lo si può vedere ancora oggi circondato dai confini del sesto invaso. «Questa discarica non dovrebbe esistere in un territorio del genere – continuano i comitati -. Non ci arrenderemo mai, ora va chiusa». TMB E DIFFERENZIATA - «L'impianto di Tmb approvato ed in via di costruzione è già vecchio sulla carta – evidenziano i comitati –, produrrebbe Cdr e Css che dovrebbe essere bruciato nei siti indicati anche dal decreto firmato all'inizio dell'anno dall'ex ministro all'Ambiente, Corrado Clini». Secondo queste associazioni, se si avviasse la raccolta differenziata nei comuni della provincia che oggi utilizzano la discarica dell'Inviolata, non sarebbe necessario costruire un impianto di trattamento che lavori 190mila tonnellate l'anno: «Le amministrazioni non vogliono realmente cambiare la situazione attuale – concludono -, e mentre la Colari si avvia a costruire un impianto già vecchio, si prepara anche a scavare un nuovo invaso da 500mila metri cubi che inghiottirà tonnellate di rifiuti all'anno, con un grave rischio per l'ambiente e la salute dei cittadini».
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