giovedì 11 luglio 2013

Nube su Taranto: 7 persone in ospedale LA PROCURA INDAGA SULLO STABILIMENTO ENI PER VERIFICARE LE EMISSIONI INQUINA N T I

il fatto quotidiano 11 luglio 2013 Inail: l’87% delle imprese controllate sono irregolari MASSIMO DE FELICE, presidente dell’Inail, nella relazione per l’anno 2012 ha reso noto che su 22.590 aziende controllate, in ben l’87% risultano irregolarità. Il commento di De Felice: “La percentuale conferma l’efficienza dei sistemi di scelta, della procedura cosiddetta di business intelligence che individua gli insiemi da controllare” sembra una magra consolazione. Il problema del lavoro nero è perciò lontano dalla soluzione, e nonostante i dati ci dicano che il numero delle regolarizzazioni è in crescita, “I dati positivi non devono indurre ad abbassare la g u a rd i a ”, ricorda il presidente Giorgio Napolitano intervenuto in merito alla relazione. Sullo stesso tono il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini: “Anche in un periodo di difficoltà economica, sulla sicurezza sul lavoro non bisogna abbassare la presa”. Si attesta un trend positivo, invece, per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, in calo del 9% rispetto al 2011 e del 23% rispetto al 2008, un fenomeno la cui spiegazione resta però poco positiva: meno lavoro, minor esposizione al rischio. di Francesco Casula Taranto Sono sette le persone tenute sotto osservazione nell'ospedale di Taranto dopo i malori avertiti a causa della nube di gas che si è sprigionata all’alba di ieri dalla Raffineria Eni del capoluogo ionico a causa del black che l'8 luglio ha colpito l'azienda. Un evento che ha causato anche lo sversamento a mare di una piccola quantità di petrolio che capitaneria di porto e tecnici hanno immediatamente provveduto ad arginare. I sette tarantini hanno accusato bruciori agli occhi e dolori di stomaco. DA GIORNI, tuttavia, i tarantini sono sotto l'assedio di cattivi odori e gas che si abbattono sulla città e creano allarme tra i cittadini. Preoccupanti sono le conseguenze per quanti soffrono di malattie croniche. Sono tre i fascicoli di indagine per “getto pericoloso” di cose che la procura di Taranto ha riunito dopo l'ultimo l'incidente alla raffineria Eni e sui quali gli investigatori in queste ore stanno lavorando a ritmo serrato. Gli uomini della Digos, agli ordini del dirigente Maurizio Scialpi, hanno già interrogato il direttore dello stabilimento Carlo Guarrati e sul tavolo del procuratore aggiunto Pietro Argentino che coordina l'inchiesta, è giunto il verbale di interrogatorio e i documenti nei quali erano riportati gli esiti del monitoraggio svolto dall'Arpa. Nei prossimi giorni, inoltre, gli inquirenti dovranno scoprire eventuali responsabilità sull'accaduto e determinanti potrebbero essere anche i risultati degli accertamenti che da qualche tempo stanno svolgendo i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce agli ordini del maggiore Nicola Candido. Sui contenuti dell'inchiesta, al momento, nulla è trapelato, ma la magistratura – ancora una volta – è preoccupata per i rischi alla salute dei tarantini. Preoccupato è anche Angelo Bonelli, leader ecologista e consigliere comunale di Taranto, che dopo aver incontrato il procuratore Franco Sebastio ha depositato un esposto in cui ha chiesto alla procura di verificare “se siano stati commessi reati contro la salute e l’am - biente derivanti dai continui odori di gas che periodicamente avvolgono la città ed in particolare riguardo alla dinamica dell’ultimo incidente” e la possibilità di valutare la necessità di disporre una perizia “perizia chimica sull’impianto Eni” che possa accertare la piena applicazione dell'autorizzazione integrata ambientale oltre all'eventuale “omesso controllo da parte dell’organo vigilante”. Inoltre Bonelli ha chiesto di conoscere i motivi per cui “le centraline di monitoraggio sarebbero inattive” e, infine, “se l’organo preposto alla vigilanza sia stato tempestivo nel contestare questa carenza”. In realtà le centraline intorno al perimetro dello stabilimento sarebbero già attive, ma il black out dell'altra sera avrebbe fatto saltare tutti i collegamenti. Inoltre da settembre saranno operativi anche i sensori aggiuntivi che l'Arpa ha imposto con la nuova Aia. L'Eni avrebbe già provveduto ad acquistarle e negli uffici dell'Agenzia di protezione ambientale all'ospedale Testa, sarebbero già pronti i terminali della lettura dei dati. E presto sarà riattivata anche la centralina di piazza Garibaldi per monitorare i le nubi di gas che hanno appestato la città in questi giorni. INTANTO i tecnici dell'Arpa stanno passando al setaccio anche i dati di tutte le emissioni per comprendere se al di là delle medie orarie che gli strumenti inviano come previsto dalla legge vi siano stati dei picchi che possano aver immesso nell'aria quantità di inquinanti ben al di sopra dei limiti di legge. Non c'è pace, insomma, per l'estate dei tarantini e dopo un 2012 all'insegna del disastro ambientale targato Ilva, la paura in città è che quella in corso possa essere un triste remake a firma di Eni.

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