giovedì 6 giugno 2013

la Rai blocca il servizio sulla figlia di Riina: papà sceglieva i miei fidanzati

La figlia di Riina: papà sceglieva i miei fidanzati PER TRE GIORNI LA FIGLIA DEL BOSS SI È RACCONTATA DAVANTI ALLE TELECAMERE DI RAITRE, MA NON SI VEDRÀ MAI LO STOP AL SERVIZIO “Onora il padre e la madre” doveva essere il titolo della puntata. Ma i legali dei parenti del Capo dei Capi diffidano viale Mazzini. Il cronista: “Sono sconcertato” di David Perluigi Il fatto quotidiano 7 giugno 2013 e Nello Trocchia ACorleone non si era mai visto che uno dei figli del boss Totò Riina venisse intervistato, ripreso nel suo interno di famiglia. C'è riuscito con Lucia Riina, 33 anni, la figlia più piccola del 'malacarne', Domenico Iannacone, giornalista de I 10 comandamenti, la serie tv che va in onda il lunedì su Rai3 alle 22:50. Per più di tre giorni, ha potuto leggere e filmare alcune delle lettere che il padrino ha inviato dal carcere alla figlia. Il capo dei capi che si sincera su come abbiano passato le feste i cari con gli altri familiari, i saluti al genero, "allo sposo" Vincenzo Bellomo. Riina che s'informa su come stiano "le cinque pecorelle da poco arrivate nel recinto" e su come stia l'altro figlio Giovanni, che sta scontando l'ergastolo. Il cuore tenero, ma solo per la sua famiglia, del sanguinario stragista. Le foto di Totò u' curtu incorniciate, gli album di famiglia, gli spaccati della latitanza, con la figlia, allora ragazzina, che chiede ai genitori il perché in casa prese e telefono venissero smontati. E la madre, Antonietta Bagarella, sorella del boss Leoluca, che risponde: "Il telefono? Non c'è e basta". I lavori nell'orto con il padre. Poi la scelta dei fidanzati, da rimettere al capofamiglia e ai fratelli. Ma anche le reazioni all'arresto del 1993, la moglie di Riina che annuncia trafelata: "Hanno preso a papà quando è uscito". Il ritorno in taxi della famiglia a Corleone il giorno dopo l'arresto. Tutto dentro una puntata che doveva andare in onda lunedì scorso e che, quasi certamente, non vedremo mai. Il titolo della trasmissione riprendeva il comandamento Onora il padre e la madre, annunciata alla stampa da tempo, l'esclusiva che doveva incoronare la serie. I legali dei Riina, dopo mesi dalla realizzazione del servizio, hanno diffidato la Rai al mandare in onda anche una sola immagine. Iannacone, dichiara: "Sono sconcertato, hanno ritirato il consenso, è nel loro diritto, ma esiste anche un diritto di cronaca sul quale si può e si deve discutere. Se ognuno dovesse inviare diffide per ritirare le interviste fatte, non esisterebbero più certi programmi". L’avvocato Francesca Casarotto, uno dei legali dei Riina, spiega con soddisfazione: "Posso solo dire che l'intervista non andrà in onda". E i vertici di Rai3? Andrea Vianello, direttore di rete, non ha mai visto la puntata e sul caso non risponde. Una sua assistente dichiara: "È in una riunione lunghissima". Da giorni. Dalla direzione arriva la spiegazione di Fernando Masullo, vicedirettore di rete: “I Riina hanno negato la liberatoria. L'UFFICIO LEGALE della Rai ha stabilito che non essendoci una notizia nelle interviste tale da far rivendicare il diritto di cronaca, si dovesse evitare la messa in onda. Noi abbiamo assecondato tale richiesta". Oltre 40 minuti di un reportage-inchiesta pesato in ogni tono e parola. Pecore e capre allevate nell'aia del casolare di famiglia del genero del boss; la ricotta fatta in casa, gli arancini che la Bagarella ha preparato per la figlia. La ragazza, pittrice che vende i suoi lavori online, fiera del nome che porta. Lui, lo sposo, figlio di un funzionario dell'Asl, che racconta di essere disoccupato dopo aver lavorato in un'autoscuola del paese. La raffigurazione, non si sa quanto accomodata dalla coppia, che racconta di andare avanti grazie al sostegno dei genitori di Vincenzo. Le telecamere che seguono i due fino all'uscio di casa della moglie di Riina, Antonietta Bagarella che vive con le due sorelle nubili. Poi le domande del cronista a Lucia e al marito. "Voi sapete quante persone ha ucciso suo padre?". La ragazza che si indispone. Mai una parola di condanna. Il giornalista, giustamente, insiste. I quesiti sulle stragi di Capaci e via D'Amelio. E lui, lo sposo, che ripete che non è più un cittadino come tutti gli altri. È il genero di Salvatore Riina, anzi il "figlio" di Totò Riina. Quasi fosse un vanto. E poi, eloquenti, Lucia e Vincenzo che affermano di non potersi dissociare, perché non sono "associati", sono vincolati dal sangue. Giorni di riprese in uno dei tempi inviolati di Corleone. Un tempio che rimarrà chiuso agli occhi degli italiani, dopo un consulto in famiglia. La puntata non s'ha da vedere.

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