mercoledì 19 giugno 2013

il Muos di Niscemi come un microonde impianto militare radar Usa

Il Muos come un microonde
VISITA NELL’IMPIANTO MILITARE RADAR USA CONTESTATO DALLA POPOLAZIONE DI NISCEMI di Claudia Campese
Niscemi (Sicilia)
Scendete! Vogliamo parlare con voi”.
Quando il pullman con 40 giornalisti
esce dalla base Usa di Niscemi, in
Sicilia, ad aspettarlo ci sono i cittadini. I
No Muos, il gruppo di attivisti che da
anni si batte contro l'installazione a 5
chilometri dal centro abitato delle grandi
antenne satellitari della marina militare
statunitense. Lo stesso impianto
che i giornalisti, locali e nazionali, erano
stati invitati a visitare dal consolato Usa
in Italia. “Per mostrarvi come stiamo lavorando,
in totale trasparenza e collaborazione
per la salute di tutti i cittadini”,
spiega Luca Goretti, vice capo di
gabinetto del ministero della Difesa.
Trasparenza e collaborazione: le parole
chiave della giornata. Insieme alla salute,
la vera preoccupazione dei niscemesi
che imputano all'elettromagnetismo
l'alto tasso di tumori e leucemie della zona.
Almeno un caso per famiglia.
Un'operazione trasparenza che si svolge
tra visite guidate all'interno della base,
hamburger e hot dog. In un barbecue
allestito sotto a un'antenna: non militare,
ma di Telecom Italia. Come in un
safari, dai finestrini del bus scorrono le
44 antenne a bassa e alta frequenza già
installate a 150 metri dalla riserva naturale
della Sughereta. In funzione da
vent'anni, ma che dovrebbero presto venire
sostituite dalla tecnologia Muos.
Progetto approvato dalla regione Sicilia
nel 2011 e poi bloccato dal nuovo governatore
regionale, ora in attesa di una
decisione da parte del Tar siciliano.
E intanto fortemente combattuto dalla
popolazione. “Our friends”, i nostri amici,
come li definiscono i
tecnici Usa della base. Che
però “impediscono con i
loro blocchi i passaggio di
mezzi militari e operai –
sottolineano – Non sappiamo
perché”. Il motivo
sta tutto nei dati diffusi dagli
stessi esperti Usa: “Cia -
scuna delle due antenne
dell'impianto raggiunge al
massimo i 200 watt”, spiega
il professore John Oetting, studioso
di ingegneria elettronica e project manager
del Muos. Circa un sesto di un microonde,
meno di un traliccio per i cellulari.
“Ma i dati non combaciano con
quelli presenti nel progetto Muos avanzato
alla Regione Sicilia e approvato, dove
è indicata una potenza massima di
1600 watt”, ribatte a distanza il docente
del Politecnico di Torino
e consulente del Comune
di Niscemi Massimo Coraddu.
Sui dati di Oetting
si è basato anche l'Istituto
superiore di sanità nella
sua relazione preliminare,
diffusa informalmente
il giorno prima della visita,
e che dà un sostanziale
via libera al completamento
del Muos.
Per i vertici militari delle due nazioni
non c'è alternativa: il Muos si farà, in nome
della “salda amicizia e alleanza condivisa
negli interessi mondiali” di Italia
e Usa. Si farà a Niscemi, “per la sua posizione
strategica nel Mediterraneo”. E
si farà presto, perché il blocco dei lavori
costa alla marina militare Usa 50mila
dollari al giorno. Il fatto quotidiano 20 giugno 2013

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