giovedì 20 giugno 2013
F-35 Democratici divisi tra pacifisti e mediatori
Finirà che ci faremo
scavalcare a sinistra
dal Pdl”. Paolo
Gandolfi, neodeputato
emiliano del Pd, lo dice
con una (mezza) battuta.
Ma in realtà la questione
- ancora una volta
- è seria: ieri mattina
i Democratici si sono
riuniti a Montecitorio
con una parte del gruppo
per discutere degli F-35.
Sì, perché Sel ha presentato una mozione,
firmata anche da alcuni deputati
del Pd e dei Cinque Stelle (in btutto
hanno aderito in 158), che chiede
la cancellazione della partecipazione
italiana al programma F-35 Joint
Strike Fighter, la cui spesa è stimata
attorno ai 14 miliardi di euro. Per
acquistare un aereo con funzioni
d’attacco, capace di trasportare ordigni
nucleari.
Ma la maggioranza del partito ha
un’altra posizione, che
ieri mattina è stata illustrata
dalla Mogherini:
questa mozione
non si deve sostenere.
Perché, come spiega
Antonello Giacomelli:
“Abbiamo approvato
una legge l’anno scorso,
secondo la quale
spetta al Parlamento
decidere se il programma
va fermato, sviluppato
o modificato”.
Dunque, la motivazione
ufficiale: “Non serve
una mozione, basta
l’iniziativa parlamentare”.
Lunedì inizia la discussione generale in
Aula e il rischio di litigi è alto. Tanto che
il partito s’è inventato addirittura la figura
di un mediatore: Giampiero Scanu,
capogruppo Commissione Difesa del
Pd, ha l’incarico di trovare un accordo
condiviso tra le diverse posizioni dei
suoi colleghi democratici. E nel frattempo
l’aula del Senato ha detto no alla calendarizzazione
della mozione: la denuncia
arriva da Loredana De Petris.
wa. ma. Il fatto quotidiano 21 giugno 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento