martedì 16 aprile 2013

MA CAPPONI RASSICURA: LE DEMOLIZIONI ecomostri Circeo NON SONO A RISCHIO «Riprenderemo al più presto»

Circeo demolizione ecomostri Quarto Caldo: Capponi (comune) riprenderemo al più presto

Latina Oggi 13 settembre 2013 MA CAPPONI RASSICURA: LE DEMOLIZIONI NON SONO A RISCHIO «Riprenderemo al più presto» L’assessore Capponi «LE demolizioni sono pronte a ripartire subito, non appena verrà pagato il primo stato d’avan - zamento dei lavori alla ditta appaltatrice». La rassicurazione arriva dall’assessore ai Lavori pubblici di San Felice Corrado Capponi, che si è occupato di approfondire la questione. L’ave - vamo già accennato nei giorni scorsi che le demolizioni degli scheletri di Quarto Caldo, come si vociferava da qualche settimana, erano al palo a causa di alcuni intoppi burocratici. A chiarirne la natura ci pensa l’assessore Corrado Capponi. «Il primo Stato d’ava n z a m e n t o lavori – precisa – è già pervenuto al settore tecnico contabile del Comune di San Felice Circeo ed ora è questione di giorni prima che venga emesso il mandato di pagamento». Una volta pagati questi primi lavori, insomma, la ditta appaltatrice dovrebbe riprendere regolarmente le demolizioni degli scheletri. F. D. LEGAMBIENTE L’i n t e r ve n t o : «Preoccupati dal fermo del cantiere» SUL caso dell’i mprovvisa interruzione degli abbattimenti di Quarto Caldo è intervenuto nelle scorse ore anche il circolo Larus Legambiente di Sabaudia, che in una nota chiede l’imme - diata ripresa delle demolizioni. «A distanza di diversi mesi dall’inizio dei lavori, siamo costretti a registrare l’arresto degli abbattimenti, nonostante il finanziamento erogato copra per intero gli stessi, compreso il trasporto del materiale di risulta. Un arresto – s c r ivo n o – che ci preoccupa, che non condividiamo e che rischia di tramutare una vittoria collettiva in uno smacco inaccettabile». Per questo motivo l’appello all’am - ministrazione del sindaco Petrucci, affinché gli abbattimenti riprendano il prima possibile, così che «di quella speculazione non resti che il ricordo». «Siamo ancora convinti che quell’evento – con - cludono riferendosi all’inizio delle demolizioni – abbia restituito dignità e coraggio ad un territorio che vuole uscire dalla morsa del cemento e dell’i l l ega l i t à » . F. D. SAN FELICE, L’ATTACCO DI LIBRALATO: NON DEVONO ESSERE INTERVENTI DI FACCIATA Ruspe impantanate Ritardi sui lavori di abbattimento degli scheletri SU GLI scheletri di Quarto Caldo non è stata detta tutta la verità. Duro l’intervento di Giorgio Libralato, responsabile del settore ambiente dell’as - sociazione «I cittadini contro le mafie e la corruzione» nonché portavoce di «Pontinia, Ecologia e Territorio». L’ina - spettato ritardo nelle demolizioni degli ecomostri di Quarto Caldo continua a far discutere. Sulla vicenda è intervenuto anche l’ambientalista Giorgio Libralato, secondo il quale in merito agli abbattimenti si fanno i conti con delle «mezze verità». Ci troviamo nella zona di Quarto Caldo, immersi nel Parco nazionale del Circeo, «con tutte le tutele possibili ed immaginabili – scrive l’ecolo - gista -, sopra il famoso Faro ed in prossimità di luoghi in cui sono stati ritrovati reperti dell’uomo di Neanderthal. Qui si scopre che la campagna mediatica nazionale del 30 e 31 ottobre 2012 non ha raccontato tutta la verità. Tutti gli enti sulla ribalta nazionale, tutti i Tg, i quotidiani nazionali, le notizie di agenzia sembravano farci credere che tutti gli scheletri ancora presenti a deturpare il paesaggio naturale erano stati demoliti. Sembra invece – precisa Libralato – che solo uno dei quattro sia stato parzialmente demolito e pare che nemmeno tutti i detriti e materiali demoliti siano stati smaltiti». Ad oggi, come già avevamo accennato nei giorni scorsi, solamente parte dei lavori di demolizione sono stati portati avanti e c’è stato qualche intoppo burocratico, come ha confermato anche l’assessore ai Lavori pubblici della giunta Petrucci Corrado Capponi. «C’è da chiedersi – conclude – cosa ne pensano di questa mancata demolizione degli scheletri tutti gli enti e le persone che avevano salutato nella ribalta nazionale come se fosse completa, invece si scopre che così non è», con alcune strutture che ancora si vedono dalla strada. Federico Domenichelli

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