domenica 24 febbraio 2013
elezioni camera Rivoluzione Civile, quel 4 per cento in bilico
SOPRAVVIVENZA
La quota che vale
la Camera è data
“alla portata”
Per il Senato si punta
(quasi) tutto
sulla Campania
di Luca De Carolis
La grande paura è quella di restare fuori del
Parlamento, per un pugno di voti. La rabbia è
per “l’oscuramento subito dai media”, che li
avrebbe relegati a scomodi paria. Alla vigilia del
voto, tra candidati e soldati semplici di Rivoluzione
Civile sensazioni e speranze sembrano uniformi.
La soglia del 4 per cento, quota per l’accesso
alla Camera, pare alla portata. Mentre acciuffare
l’8 per cento almeno in una regione, cifra minima
per l’approdo in Senato, sarà affare complicato.
L’UNICO , concreto spiraglio per palazzo Madama
pare in Campania. Non a caso, venerdì sera Antonio
Ingroia ha chiuso la campagna elettorale a
Napoli, assieme a Luigi De Magistris. Ieri mattina
il candidato premier di Rivoluzione Civile è rimasto
in città per una passeggiata in centro, con
annessa visita all’artista che l'ha ritratto
in una statuetta per il presepe.
Questa mattina Ingroia voterà
a Palermo, poi in serata sarà a
Milano, per assistere al derby a
San Siro. Facile che in tribuna incroci
Silvio Berlusconi. Gli occhi
dell’interista Ingroia saranno sul
prato verde, la testa inevitabilmente
alle urne. Perché quel 4 per
cento vale come la sopravvivenza
di un progetto. Da Rivoluzione
Civile, sondaggi e umori alla mano,
ripetono che il traguardo è vicino:
“Per Ingroia ci sono state sale piene
ovunque: con il 4 per cento dovremmo
prendere attorno ai 17 deputati”.
Qualcuno parla di impresa possibile per
il Senato anche in Toscana. “Sono fiducioso”
riassume Maurizio Zipponi
(Idv), candidato alla Camera in tre regioni.
Che sostiene: “Rivoluzione Civile
prenderà diversi voti a Sel, destinata ad
allearsi per forza con Monti. E questo
drenerà consensi verso di noi, vero partito
d’opposizione. Poi ci sono altri fattori
positivi: l’appoggio di Rinaldini (ex
segretario generale della Fiom, ndr) e
l’appello per Rivoluzione Civile di Michele
Santoro”. Va bene: ma Grillo
quanti voti vi toglierà, dopo aver riempito
piazza San Giovanni? “Quasi nessuno, gli elettori
indecisi tra noi e i Cinque Stelle hanno già
deciso da tempo. Casomai toglierà
altri voti al Pd”. L’ostacolo
grande come una montagna rimane
il Senato. “Ma almeno in due -
tre regioni ce la giochiamo” as -
sicura il responsabile Lavoro Idv.
In Campania sulle liste c’erano
state tensioni tra Ingroia e De Magistris.
Era insoddisfatto, il sindaco.
“Ma è tutto passato, sono cose
che possono succedere quando attorno
a un tavolo discutono ex
pm” scherza Zipponi. Giovanni
Favia, ex M5s, è candidato alla Camera
in tre regioni. Accusa:
“Contro Rivoluzione
Civile c’è stato un
tentato omicidio politico.
Ci hanno tagliato
fuori da ogni dibattito, e
le rare volte che ci hanno
dato spazio era solo per
polemiche. Io mi sono
dovuto difendere in tv
dal fango che mi gettavano
addosso, dei nostri
programmi non sono
riuscito a parlare”. Ma
cosa si aspetta dalle urne,
il Favia inseguito dal
passato? “Vedo buoni
segnali. E comunque il nostro progetto è appena
iniziato”.
Non per insistere: ma Grillo? “C’è sicuramente una
parte di elettorato in bilico tra noi e lui. Ma quello
per Rivoluzione Civile è il vero voto utile”. Paolo
Ferrero, candidato in Piemonte: “Noi siamo l’unica
alternativa a Pd e Pdl, e proprio per questo
giornali e tv ci hanno oscurato, arrivando persino
a pubblicare sondaggi falsi che ci dipingono sotto il
4 per cento. I potentati vogliono una maggioranza
e un’opposizione liberali, quindi puntano ad affossarci”.
Ma quanto peserebbe Rivoluzione Civile
in Parlamento? “Dipende dai voti del Pd: più ne
prende, meno seggi rimarranno. Noi comunque
siamo qui, gli unici a parlare di certi temi sociali. Il fatto quotidiano 24 febbraio 2013
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