lunedì 10 dicembre 2012

migliaia in piazza contro l'Ilva e il decreto ammazza sentenze

Il funerale contro
l’Ilva che uccide
MIGLIAIA IN PIAZZA CONTESTANO IL DECRETO
CHE RIAPRE GLI STABILIMENTI - AL VAGLIO DEL GIP La procura ha chiesto un mandato di arresto internazionale nell’Ue per Fabio Riva, latitante in Inghilterra. Il fatto quotidiano 11 dicembre 2012di Sandra Amurri inviata a Taranto In Piazza Castello arrivano genitori, fratelli, sorelle, tutti figli della stessa città: Taranto “con - dannata a morte per decreto” come recita il cartello sulla bara che racchiude una tuta da operaio con scritto Ilva, una forma di formaggio, le arance, le cozze segno del lavoro, della vita, dell’ambiente, dell’economia distrutte dai veleni della grande industria che offre lavoro, malattia, morte e dolore. I volti tristi lo sono davvero. Le voci basse e gli abbracci come accade a un funerale vero. Segue il corteo una bambina che tiene in mano un cartello: “A Gesù la croce a noi l'Ilva”. Accanto un operaio innalza uno scheletro di cartone con su scritto: “Io sono stato sacrificato sull’altare del Dio denaro. Todisco salva i nostri figli”. Il corteo funebre arriva davanti al comune. Il portone è chiuso. Dietro alle finestre tante facce appiccicate ai vetri. Non c'è il sindaco, invitato con un telegramma assieme al presidente della Regione, della Provincia, i ministri e il presidente della Repubblica. Ma a partecipare al cordoglio di una città che non si arrende non c'è neppure l’ombra delle istituzioni e della politica. I PALAZZI del potere ancora una volta sono distanti anni luce dai bisogni, dai diritti negati dei cittadini. “Oggi Taranto è morta, ma il 15 dicembre risorgerà” dice Cataldo Ranieri del Movimento Cittadini Liberi Pensanti che ha organizzato il funerale. Il 15 dicembre si svolgerà una manifestazione unitaria a cui parteciperanno commercianti, medici, studenti, lavoratori, professionisti, disoccupati, precari e bambini con le loro mam- AL VAGLIO DEL GIP La procura ha chiesto un mandato di arresto internazionale nell’Ue per Fabio Riva, latitante in Inghilterra MALITALIA me: “Il ruggito di Taranto dovrà sollevarsi fino al cielo”. Un anziano signore, operaio Ilva in pensione estrae dalla tasca dei pantaloni il portafoglio, lo apre e mostra la foto del cognato, 40 anni, morto un mese fa di tumore e dice: “La moglie è in ospedale con un tumore allo stomaco, tutti e due lavoravano all'Ilva. Abitiamo ai Tamburi e adesso il ministro Clini ammette che lì si muore e ci vuole deportare”. Una proposta quella del ministro Clini davvero incredibile come se da un giorno all'altro si possano sradicare 17 mila famiglie. “Ancora una volta a pagare non sono i colpevoli ma le vittime” è il commento del Movimento “Donne per Taranto”. Mentre c'è chi sospetta che si sia trattato di una mossa strategica per dare un contentino alle centinaia di abitanti dei Tamburi che hanno chiesto all'Ilva risarcimenti per un totale di 9 milioni di euro. IL SOLE TRAMONTAsul mare e sembra fuoco che arde. Come la rabbia che ribolle nell’animo di questa gente onesta che chiede un lavoro che non ammazzi. “Taranto libera”. Gridano. Parole che si perdono tra le note della marcia funebre e la notizia appena arrivata che la Procura ha chiesto alla Gip Patrizio Todisco di emettere un mandato di arresto europeo per Fabio Riva, vicepresidente di Riva Fire, ricercato dal 26 novembre scorso nell’ambito dell'inchiesta per disastro ambientale. Riva, che ha detto di trovarsi in Inghilterra e di mettersi a disposizione delle autorità di quel Paese, raggiunto da un ordine di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, emissione di sostanze nocive e avvelenamento da diossina di sostanze alimentari, è divenuto latitante a tutti gli effetti. Intanto, a Taranto è nato un bambino affetto da tumore alla prostata.

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