giovedì 20 dicembre 2012

Latina inchiesta su arsenico parte dalla denuncia dei verdi e di Bonelli

A marzo del 2012 il capogruppo regionale dei Verdi, Angelo Bonelli, presenta un esposto alle Procure di Latina e Velletri perché siano verificate eventuali responsabilità omissive a carico della Asl, di Ato4 e di Acqualatina spa per la gestione degli interventi sulla rete. i divieti A gennaio del 2012 sono scattati i divieti all’us o per fini potabili con restrizioni assolute per alcune categorie. La prima ordinanza a firma del responsabile dell’U f fi c i o igiene contiene errori clamorosi poi ripresi dai sindaci dei cinque Comuni interessati, tranne Aprilia. L'Europa contro l'arsenico nell'acquaQUAT TO R D I C I mesi fa la Commissione europea ha negato una ulteriore deroga sui tassi di arsenico nell’acqua potabile distribuita da Acqualatina nel nord della provincia. Il problema sussisteva da quasi dieci anni ed era stato tollerato dalle autorità di cont ro l l o . http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90bedca/pag05latina.pdf acqua c'è anche Depfa tra le banche "sporche" condannate per derivati Condannata a Milano per i derivati C’è anche Depfa tra le banche «sporche» Ed è arrivata una sentenza storica del Tribunale di Milano a proposito di prodotti derivati. Quattro banche estere, ossia- Deutsche Bank, Depfa Bank, Ubs e Jp Morgan, sono state condannate dal giudice del Tribunale di Milano, Oscar Magi per truffa aggravata da oltre 100 milioni di euro in danno del Comune di Milano, in relazione a operazioni su contratti derivati fatte con le giunte di centrodestra guidate da Moratti e Albertini. Disposta anche la conquista di beni delle società per equivalente. La confisca ammonta complessivamente a 87 milioni di euro; per ogni banca c'è anche una sanzione da un milione di euro. Il giudice della IV Sezione Penale di Milano ha accolto in pieno l'impianto accusatorio del procuratore aggiunto, riconoscendo la responsabilità dei quattro istituti di credito che erano imputati in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. L'unico precedente giuridico riguarda una sentenza amministrativa pronunciata in Inghilterra negli anni Novanta, che invitava i Comuni a non sottoscrivere contratti derivati con le banche. Il giudice, oltre a dichiarare le 4 banche responsabili per la legge 231 del 2001, ha condannato nove persone fisiche, tra manager ed ex degli istituti di credito, a pene comprese tra i sei mesi e gli otto mesi e 15 giorni. In particolare Antonia Creanza e Marco Santarcangelo, il primo di JP Morgan, il secondo di Depfa, sono stati condannati a otto mesi e quindici giorni, mentre Tommaso Zibordi (Deutsche Bank) a 7 mesi e 15 giorni. Gaetano Bassolino (Ubs), figlio dell'ex governatore della Campania, è stato condannato a 7 mesi, mentre Carlo Arosio (Deutsche Bank), William Marrone (Depfa), Fulvio Molvetti (JP Morgan) e Matteo Stassano (Ubs) sono stati condannati a sei mesi e 15 giorni. Infine, Alessandro Foti ha ricevuto una condanna di 6 mesi. Tutte le condanne sono con sospensione della pena, con il riconoscimento delle attenuanti generiche e comportano l'incapacità di contrattare per un anno con la pubblica amministrazione. Assolti invece, come richiesto dal pm, Giorgio Porta, ex City Manager del Comune di Milano, Mario Mauri, ex consulente del Comune, Simone Rondelli (JP Morgan) e Francesco Rossi Ferrini (JP Morgan). Secondo l'accusa, le quattro banche avrebbero «raggirato» l'amministrazione comunale milanese stipulando nel 2005 uno swap trentennale (sotto la giunta Albertini, contratti poi rinnovati sotto la giunta Moratti), senza informare come dovuto il Comune di tutti i rischi dell'operazione. Anche una perizia, ordinata dal giudice nel corso del processo (durato circa due anni e mezzo), aveva stabilito in sostanza che le banche avevano male informato l'amministrazione comunale, la quale, comunque, aveva avuto fretta di concludere l'operazione. Il Comune di Milano, che si era costituito parte civile, è poi uscito dal processo dopo un accordo di transazione con i quattro istituti di credito, accordo che ha previsto la chiusura del contratto derivati in essere. Tra le banche condannate va ricordato che c’è appunto Depfa Bank, l’istituto di credito che ha concesso il mutuo da 115 milioni di euro ad Acqualatina spa, un contratto che secondo i comitati civici ha sempre avuto profili vessatori o che in qualche modo integrano i prodotti cosiddetti derivati. Il problema adesso è vedere la tenuta di Depfa e quanto questo potrà incidere sul contratto di mutuo in essere. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90bedca/pag05latina.pdf arsenico dai rubinetti dell'acqua scoppia il caso IL problema arsenico scoppia a ottobre del 2011 quando la Commissione europea nega una nuova deroga, l’ot - tava in dieci anni, ad utilizzare l’ac - qua con concentrazioni di arsenico superiori a dieci microgrammi come impone la legge dal 2002. La provincia di Latina è interessata alla’emer - genza che esplode subito dopo in cinque Comuni, tutti nel nord della Provincia, ossia Latina, Cisterna, Cori, Sermoneta, Aprilia. Cominciano le trattative per ottenere un’altra deroga perché i gestori del servizio idrico sia a Latina che nelle altre province, soprattutto Viterbo, sono piuttosto indietro con gli interventi sulle reti di distribuzione. la Regione oltre a nominare il soggetto attuatore per le attività di emergenza, delega la protezione civile alla distribuzione di acqua potabile. Ma anche qui il servizio diventa operativo molto più tardi di quanto stabilito, a marzo. Il primo Comune a risolvere il problema è Cori dove viene installato un dearsenizzatore in tempi rapidi. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90bedca/pag05latina.pdf arsenico dai rubinetti nell'acqua diventa oro negli stipendi Il decreto di nomina della Polverini, gli effetti e i costi E l’arsenico «rende» All’ex assessore Mattei uno stipendio contro l’e m e rge n z a E nel frattempo gli investimenti non sono stati ancora completati DOVEVA essere un compito delicato e probabilmente per questo motivo anche gratuito. Invece attorno al problema arsenico ruotano anche buoni compensi. Per esempio quello del commissario per l’emergenza nominato con decreto del presidente della giunta regionale del Lazio, Renata Polverini a marzo attuatore delle attività» relativa «ai «primi interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l’emergenza determinatasi in relazione alla concentrazione di arsenico nelle acque destinate all’uso umano superiore ai limiti di legge in alcuni Comuni del territorio della regione Lazio». In specie al dottor del 2011. Si tratta di Marco Mattei, assessore uscente all’ambiente, che in base appunto al provvedimento è stato nominato «soggetto Marco Mattei è stato riconosciuto un «trattamento economico fondamentale corrispondente a quello di accesso alla qualifica dirigenziale». In un primo momento, quando è scoppiato il caso arsenico fu Renata Polverini direttamente ad essere nominata dal governo Berlusconi commissario all'emergenza arsenico con Ordinanza del presidente del consiglio dei ministri del 28 Gennaio 2011. L'articolo invece autorizza il commissario ad avvalersi di un soggetto attuatore da lui stesso nominato. Con il decreto 22 marzo 2011 la Polverin nomina come soggetto attuatore Marco Mattei, assessore all’am - biente e sviluppo sostenibile della Regione Lazio, ai sensi e per gli effetti dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3921 del 28 gennaio 2011 e per le motivazioni di cui in premessa, è nominato Soggetto Attuatore delle attività di cui alla medesima Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3921/2011, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 35 - serie generale parte prima - del 12 febbraio 2011. L’elemento che sfiora l’assurdo è dunque il fatto che per svolgere questa funzione, che in fondo spetta alla Regione per esigenze legate alla salute pubblica di una grossa fetta di territorio, il cosiddetto soggetto attuatore prende una sorta di «stipendio» corrispondente appunto a quello di accesso alla qualifica dirigenziale. Detto in altri termini se a perderci è la salute dei cittadini, a guadagnarci è sicuramente l'assessore regionale Mattei. Tutto questo succede mentre è ancora incerta la sorte della procedura di uscita dalla cosiddetta emergenza arsenico, poiché secondo i piani concordati tra Acqualatina spa, Ato4 e Regione Lazio tutti gli interventi per eliminare le concentrazioni elevate di arsenico dall’ac - qua doveva terminare entro il 31 dicembre del 2012 e in questo momento almeno l’opera più importante è in alto mare. Si tratta della condotta di collegamento tra Cisterna (ossia la città con più problemi di arsenico) e l’adduzione di Sermoneta. Il mancato rispetto dei tempi stabiliti potrebbe portare alla elevazione di multe da parte della Commissione Europea che ha accordato in extremis questa ultima deroga per concentrazioni al di sopra dei dieci microgrammi per litro. Ma anche la Asl e l’Arpa potrebbero intervenire in seguito a controlli sulla rete e sulle concentrazioni eventualmente ancora presenti in livelli superiori dentro le condotte utilizzate per trasportare acqua potabile. Quella della società di gestione e dell’Ato4 è diventata negli ultimi giorni una sorta di corsa contro il tempo per evitare le multe ma anche per rispettare l’i mp eg no verso i cittadini che in questo periodo hanno dovuto utilizzare o l’acqua trasportata con autobotti oppure quella in bottiglia per il consumo potabile. In questo anno è infatti rimasta in vigore l’ordinanza dei sindaci che impone divieti per particolari categorie di cittadini, come i bambini al di sotto dei tre anni e le donne in gravidanza, per i quali l’assunzioni di quantità di arsenico del livello riscontrato può risultare particolarmente dannosa. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4d90bedca/pag04latina.pdf

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