martedì 4 dicembre 2012

Ilva Taranto indagine punta a Ministero Pm contro Clini "conosco regole"

Il Procuratore di Taranto “Clini dice a noi? La legge la conosciamo bene” DOPO LE PAROLE DEL MINISTRO Sostiene che ostacoliamo il risanamento .Sappiamo bene che le norme vanno rispettate da tuttidi Sandra Amurri Il testo del decreto governativo che autorizza l'Ilva alla prosecuzione dell'attività produttiva e alla commercializzazione dei prodotti, emanato dal presidente della Repubblica, è diventato legge dello Stato. Cosa farà la Procura di Taranto, solleverà il conflitto di attribuzione di fronte alla Corte costituzionale? Lo abbiamo chiesto al procuratore capo Franco Sebastio che, con stile gentile ma misurato, risponde: ”Potremo esprimerci solo dopo aver attentamente studiato il testo, valutato gli effetti e le conseguenze. Appena arriveremo a una conclusione collegiale potremmo dire qual è la nostra interpretazione”. Il ministro Clini alla domanda: se la magistratura decidesse di andare avanti comunque? Ha risposto: “La legge è quella pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale e deve essere rispettata da tutti”, magistrati compresi. E a noi lo dice il ministro? Noi lo sappiamo che la legge deve essere rispettata da tutti, siamo pagati per questo. Le parole di Clini sono un segno di debolezza di fronte a una magistratura che sulla questione Ilva, a differenza del governo e della classe politica in generale, gode di un largo consenso popolare? Io sono un magistrato, non posso e non voglio commentare le parole, figurarsi le intenzioni, di un ministro. Sa, noi siamo come gli arbitri abituati a incassare in silenzio dai tifosi apprezzamenti anche pesanti sulle loro mogli o madri quando fischiano contro o a favore di una squadra. La Confindustria tarantina, come garante per le bonifiche previsto dal decreto, ha indicato lei quale figura “ideale per ricoprire tale delicato e strategico incarico”. Sia sincero, ci sta facendo un pensierino? (La domanda gli strappa una risata ) Certo guadagnerei dei bei soldini, mi pare di aver letto 600 mila euro per tre anni, ma dovrei dimettermi dalla magistratura o andare in pensione cinque anni prima, no, no sono un magistrato non so fare altro io. (Poi ci pensa e aggiunge) Non glielo facciamo sapere ai miei due figli che mi danno mazzate! Sarebbero i soli a esserne contenti, così, finalmente, si libererebbero del padre magistrato che rappresenta un grande limite per la loro professione di avvocati. Ma lei ripone fiducia nel ruolo del garante? Ho troppa fiducia nello Stato per avere dubbi e se anche avessimo da esprimere qualche pensiero su una certa ipotesi ce lo terremmo gelosamente nella nostra mente. Il terreno su cui ci troviamo a lavorare è scivoloso, meglio guardare bene dove mettiamo i piedi. Le nostre migliori risposte sono i fatti che scaturiscono dal nostro lavoro svolto in silenzio. Fuori piovono macigni sulle vostre teste e lei riesce sempre a trovare conforto nell'ironia. Sa come si dice in dialetto tarantino? Piamola a riso. Sono tranquillissimo, ritengo di non dovermi addebitare peccati. Certo, sento il peso della responsabilità, ma la mia vita è la stessa anche ora che il Prefetto mi ha imposto una vigilanza molto sommaria che in pratica consiste nell'essere accompagnato in ufficio al mattino. Per il resto continuo a fare le mie passeggiate. Il mio numero di telefono è sull'elenco e vivo nella mia città. Ho troppo rispetto dei tarantini, questa è la mia gente, io sono uno di loro, viviamo assieme e la mia è una vita normale, vuole che la cambi a 70 anni? A Taranto non passa giorno che non ci sia una manifestazione a sostegno dei magistrati. Non dica che quando passeggia nessuno la riconosce. Non l'ho detto, infatti. Mi fermano, mi stringono la mano, mi ringraziano e le confesso che sono in forte imbarazzo, davvero, non credo di fare niente di diverso dal mio dovere. La normalità evidentemente è diventata straordinaria in questo Paese. Procuratore, in una intercettazione di lei dicevano: “Se n'è andato via di testa”. Sì, sì, ho riso tanto. Quella che emerge dall'ordinanza sembra essere anche una forte attività di compravendita. Con lei ci hanno mai prova to? No, ma se lo facessero risponderei: con me cascate male, se avessi avuto questa tendenza a vendermi sarei la persona più ricca di Taranto. Ma a questo punto, dopo 30 anni conosco troppo bene la situazione, non potete più comprarmi, costerei troppo. Quello che sta indagando sull'Ilva sembra un pool molto affiatato. Sì, sono fortunato, vi fanno parte magistrati anche giovani e sono tutti molto preparati. Il fatto quotidiano 5 dicembre 2012

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