mercoledì 5 dicembre 2012

Ilva decreto, lo stato dov'è? donne di Taranto contro Napolitano

“ILVA, LO STATO DOV’È? DAL QUIRINALE NEANCHE UNA RISPOSTA” MANIFESTAZIONE DELLE DONNE PER TARANTO, IN PIAZZA ANCHE L’AUTRICE DELLA LETTERA A NAPOLITANO L’AZIENDA OTTIENE IL DISSEQUESTRO DEGLI IMPIANTI DOPO IL DECRETO La Procura dà parere negativo a togliere i sigilli dalle merci in banchina. Ieri nuovo incidente: operaio trasportato in ospedaledi Sandra Amurri inviata a Taranto La giustizia è stata sepolta per legge dello Stato. Hanno decretato la morte di questa città. Ma non finisce qui. Non può finire così”. Sono lee parole gridate dai partecipanti, ieri al sit-in davanti alla Prefettura, organizzato dal comitato Donne per Taranto. Appesi a un filo bambini di cartone che si muovono al volere del vento come segno di creature in balia di una logica cinica che antepone il profitto alla vita. Davanti a loro tante mamme, papà, giovani, studenti, con in mano una copia della Costituzione mentre a turno ripetono: “Qui viene sancito il diritto alla salute e al lavoro”. Uno striscione in onore della Gip: “Voi contro la giustizia, noi con Todisco Patrizia”. C'È ANCHE Tonia Marsella, avvolta in uno scialle marrone per ripararsi dal gelido maestrale, autrice della lettera al presidente Giorgio Napolitano con cui lo invita a “visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo... Dica alle loro mamme che la malattia e la morte del figlio è necessaria altrimenti cala il Pil". Lettera caduta nel silenzio più assordante: ”Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Non ce l'aspettavamo, siamo sinceri, seppure, come si sa, la speranza di un sussulto è sempre l'ultima a morire”, ripetono le Donne per Taranto. “Come credere ancora nello Stato Italiano?”. Se lo chiedono in molti ad alta voce mentre, grazie al decreto legge emanato dal presidente della Repubblica, l'Ilva ha ripreso la produzione dopo aver ottenuto la facoltà d'uso degli impianti dell'area a caldo sottoposti, il 25 luglio, a sequestro preventivo nell'ambito dell'inchiesta “ambiente svenduto”. Mentre a permanere è il vincolo del sequestro delle merci prodotte, difatti sono stati mantenuti i sigilli che sottopongono i beni al vincolo di indisponibilità. E questo perchè la Procura di Taranto ha espresso parere negativo all'istanza presentata dall'azienda sulla base del contenuto del decreto legge varato il 3 dicembre scorso: ''La legge non dispone che per l'avvenire: essa non ha effetto retroattivo” spie - gano i pm in quanto “l'attività con la relativa produzione è avvenuta prima dell’emanazione del decreto” dunque, “non è soggetta alle regole ivi contenute”. Si tratta di circa 1.800 tonnellate di merce che erano (e sono ancora) in giacenza sulle banchine dell'area portuale dell'Ilva in attesa di essere commercializzate quando è arrivato il decreto di sequestro della gip Patrizia Todisco. E spetterà proprio alla stessa gip, sulla cui scrivania è arrivato il parere negativo della Procura, pronunciare, presumibilmente nei prossimi giorni, la decisione finale. INTANTO IN CITTÀ rimbalza la notizia di un altro incidente all'Ilva: un operaio, subito trasportato all'ospedale sembrerebbe non in gravi condizioni, è rimasto incastrato tra un carrello e un camion, sullo stradone che dall’impianto Pca porta alla portineria D. Ma ciò che non finisce di sconcertare di fronte allo smarrimento, alla rabbia, al profondo senso di abbandono che attraversano i cittadini, è l'assenza di qualsiasi traccia della politica, delle istituzioni locali. La sola voce registrata ieri è stata quella del vicepresidente del Csm Michele Vietti, che intervenendo al breve dibattito in apertura del plenum sul decreto del governo sull'Ilva, ai membri togati che sollecitavano una presa di posizione del Consiglio ha risposto: ”Si tratta di un tema complesso, difficile da liquidare con una battuta né imputan-do, senza una discussione più ampia, un atteggiamento remissivo verso il governo” rimandando eventuali approfondimenti “Se qualcuno lo riterrà” a modi e tempi più appropriati”. Parole che non hanno soddisfatto il togato di magistratura Indipendente, Angelantonio Racanelli, che ha definito quello del governo “un intervento che annulla, a piedi uniti, un provvedimento giurisdizionale” sotto - lineando che “se fosse stato fatto da un altro governo ben altra sarebbe la reazione di questo Consiglio". E concludendo con l'invito alla massima solidarietà ai magistrati tarantini, alla quale si è associato il vicepresidente Vietti aggiungendo: "Analoga solidarietà anche nei confronti dei lavoratori". Belle parole che non costano nulla. Ma nessuno ha il coraggio di dire “alle mamme che la malattia e la morte dei loro figli è necessaria altrimenti cala il Pil" come scrive Tonia al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che al momento non risponde. Il fatto quotidiano 6 dicembre 2012

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