mercoledì 12 dicembre 2012

Ilva, Clini toglierà i sigilli anche al corpo del reato, critiche di Bonelli verdi

UN EMENDAMENTO AL DECRETO PER DISSEQUESTRARE I PRODOTTI FINITI MAGISTRATURA ALLE STRETTE. SI VA VERSO IL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE INQUINAMENTO I veleni agiscono a tutto campo: ieri sequestrate 5 tonnellate di cozze mentre 300 pecore stanno per essere uccise a causa della diossina di Salvatore Cannavò Un decreto che blinda la situazione. Il ministro dell’Am - biente, Corrado Clini, utilizza l’espressione forse più felice per spiegare l’en - nesima mossa del governo a favore della famiglia Riva e contro i giudici di Taranto. L’ese - cutivo, infatti, ha presentato un emendamento al decreto, già varato un paio di settimane fa, non solo per garantire la produzione dello stabilimento tarantino ma anche per rimuovere il provvedimento di sequestro dei prodotti finiti emanato dalla Procura di Taranto. Il “corpo del reato” verrà dissequestrato mettendo a rischio tutta l’inchiesta pregressa. Il sostegno parlamentare è praticamente scontato dopo che ieri tutta l’aula, a eccezione di Idv e Lega, ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità. Il governo, dunque, si fa garante della vendita dei prodotti dell’Ilva realizzati prima dell’entrata in vigore del decreto legge. Nel testo, presentato alle Commissioni Ambiente e Lavoro, si introduce una frase - “ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all’entrata in vigore del presente decreto legge” - che costituisce una chiara norma “ad aziendam”. L’ESPOSIZIONE governativa nei confronti dell’Ilva è così evidente che la Procura di Taranto è sulla strada della sollevazione del conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Più complicata, invece, l’ecce - zione di incostituzionalità che, per essere presentata, ha bisogno di una sede. Il Tribunale di appello non lo è più perché, con l’emendamento del governo, l’azienda non vi farà ricorso. Non appena il decreto sarà convertito in legge, quindi, l’Ilva potrà chiedere il dissequestro dei beni. Contro l’ennesimo provvedimento del governo “ salva-Ri - va” si esprime con nettezza il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo cui si tratta di un “decreto per commissariare la magistratura”. Prende le distanze anche la Fiom che ribadisce di essere a fianco della magistratura, contesta il decreto perché non prescrive ai Riva di impiegare risorse certe e decide, nel Comitato centrale tenutosi ieri, di costituirsi “parte civile”. Che ci siano problemi di salute a Taranto, del resto, è confermato dagli ultimi fatti di crona-ca. Ieri la Guardia di Finanza ha dovuto sequestrare cinque tonnellate e mezzo di cozze nelle acque del mar Piccolo dove ne è vietata la coltivazione per la concentrazione di diossina. Dieci persone sono state denunciate per mancanza delle autorizzazioni e per violazione di norme doganali. Ma l’inquinamento ha conseguente devastanti anche sugli animali. Circa 300 pecore, infatti, attendono di essere uccise in quanto contaminate da diossina e Pcb dopo aver pascolato accanto allo stabilimento siderurgico. A protestare, però, sono gli allevatori, che chiedono risarcimenti ma anche gli ambientalisti che parlano di una vera e propria “mattanza”. La protesta nei confronti del governo è univoca: mentre si fa di tutto per salvare la commercializzazione dei prodotti dell’Ilva nulla invece è stato fatto per sostenere gli allevatori. “Ricordia - mo - spiega ancora Bonelli - che sono oltre 700 gli agricoltori che hanno perso il lavoro”. Chi il lavoro teme di non ritrovarlo più sono i 1400 operai dell’area a freddo, quella interessata dagli ultimi provvedimenti della magistratura. Di questi, 1100 sono già fuori dalla fabbrica, 450 in cassa integrazione e il resto in ferie forzate ma con la prospettiva della Cig . Gli altri dipendenti sono in cassa integrazione a seguito dei danni provocati dal tornado del 28 novembre. Il decreto, ovviamente, apre uno spiraglio per tutti loro acuendo le contraddizioni di Taranto.

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