sabato 1 dicembre 2012

favori Ilva di Taranto la provincia di Taranto nel mirino

LA PROVINCIA di Taranto era un anello fondamentale per raggiungere i propri obiettivi. Soprattutto da quando, nel marzo 2007, l’Ilva aveva presentato al ministero per l’Ambiente la richiesta dell’Autorizzazione integrata ambientale. È proprio l’assessorato all’Ambiente della provincia di Taranto, infatti, ad aver rilasciato molte autorizzazioni in materia ambientale. E nel 2010 – mentre le pratiche per l’Aia sono ancora in corso – i rapporti tra manager dell’Ilva e giunta provinciale s’intensificano. In particolare con l’a ss e s - sore Michele Conserva e il presidente della Provincia, Giovanni Florido (Pd), per i quali la GdF ravvisa delle “ipotesi di re a to”. Ed è Florido – per il quale la Guardia di Finanza ipotizza la concussione o la violenza privata - ad avere un rapporto di vera e propria “co m m i s t i o n e ” con il rappresentante dell’Ilva Girolamo Archinà. Nell’informativa delle Fiamme Gialle, Florido viene definito “mandante occulto” ve rs o l’assessore Conserva “che sarebbe dovuto essere l’e s e c u to re materiale delle scelte concordate tra la grande industria e i politici, finalizzate a ottenere celermente l’a u to rizzazione per la messa in esercizio della discarica”. Parliamo dell’autorizzazione a una discarica di rifiuti speciali interna allo stabilimento, della quale il Fatto Quotidiano ha riferito ieri in merito alle fidejussioni rifiutate, pochi mesi fa, proprio dalla Provincia e per le quali, l’Ilva, aveva proposto una garanzia di Banca Intesa. Secondo l’accusa, il funzionario della Provincia Luigi Romanini, che creava ostacoli nella procedura richiesta dall’Ilva, viene “e sautora to” e sostituito. Nel febbraio 2010 l’assessore Conserva viene a conoscenza dell’inchiesta della magistratura, capisce di essere monitorato e muta il suo atteggiamento, diventando improvvisamente ostile all’I l va . A quel punto Archinà inizia a fare pressioni direttamente su Florido. Dagli atti emerge che, all’interno della Provincia di Taranto, nasce l’esigenza di “sopprimere i comitati tecnici” per controllare meglio la situazione a vantaggio del gruppo Riva. Archinà e Florido, secondo l’accusa, escogitano addirittura un “piano che prevedeva l’inoltro di una lettera di diffida al presidente della Provincia, lamentando l’i n o p e ro - sità degli uffici dell’assessorato all’Ambiente, per chiedere un incontro con il procuratore della Repubblica e lamentarsi della presenza dei finanzieri nel settore ecologia e ambiente”. Antonio Massari Il fatto quotidiano 1 dicembre 2012

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