domenica 25 novembre 2012

la follia energetica della provincia di Latina, dopo acqua, rifiuti, infrastrutture

Nella discussione dell'accorpamento delle province di Frosinone e Latina (presunto o reale che sarà) è certamente mancata l'analisi sulla gestione del territorio, dei servizi, delle infrastrutture. Forse per l'incapacità e la mancanza di competenza della classe dirigente della provincia pontina. Per molti anni la provincia di Latina è stata commissariata dalla regione Lazio per l'incapacità della gestione del ciclo dei rifiuti, l'emergenza costante, la mancanza di programmazione, la percentuale fallimentare della differenziata del 24% sono solo l'ultima conferma. Il degrado e l'inquinamento della discarica di Borgo Montello, dell'aria, delle falde, dell'Astura sono una costante dagli anni '80, insieme all'interramento dei fusti tossici. Per le infrastrutture, il traffico pubblico, solo grandi fallimenti con grave danno alle finanze pubbliche: porti, aeroporti, intermodale, terme, mancata realizzazione di opere di messa in sicurezza di strade e incroci, mancata manautenzione stradale e segnaletica, corridoio tirrenico meridionale, metro (che poi è un filobus) fanno vergognare 20 anni di inutile e devastante classe dirigente. La "gestione" del ciclo dell'acqua è un esempio negativo in Italia e in Europa con continue sconfitte della Provincia di Latina, o dell'Ato4 o di Acqualatina, in tribunale, al TAR e al Consiglio di Stato. Senza contare il problema mai risolto dell'arsenico.  Passando alla produzione di energia pare di essere nel caos e nell'anarchia, con consumo del suolo agricolo per produzione energetica, una bestemmia dell'intelligenza. Andando nell'albo pretorio della provincia di Latina compaiono cercando "autorizzazione unica" 85 progetti nel 2012 e 131 nel 2012 (vedere http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/11/latina-2012-sono-85-i-progetti-di-nuove.html). Il riepilogo dell'esplosione dei progetti di centrali elettriche autorizzati dalla Provincia di Latina (cui si aggiungono quelli dalla Regione Lazio) fino al 23 novembre nel 2012, a fronte delle 85 pratiche (tra dinieghi, proroghe, volture, varianti e autorizzazioni) è di 22 progetti approvati, per una produzione totale (solo nel 2012) di 61.082 kwp. Pontinia ha 8 grandi impianti fotovoltaici a terra per una produzione totale di 25.721 kwp pari a circa almeno 50 ha di terreno, Latina ne ha 4 per un totale di 22.103 kwp per un totale di almeno 45 ha di terreno sottratti all'agricoltura, Sabaudia ne ha 2 per 1.115 kwp, Aprilia ne ha 2 per 6.166 kwp, Sezze 1 per 993 kwp per un totale di fotovoltaico a terra di 56.097 kwp con un consumo di terreno agricolo di almeno 113 ha. Preoccupante sicuramente l'esplosione di impianti fortemente inquinanti con produzione di vari elementi cancerogeni (benzo(a)pirene, diossina, cromo, ecc.) a biomasse e a biogas 1 a Pontinia per 999 kwp, 3 a Sabaudia per 2.993 kwp, 1 a Cisterna per 993 kwp, per un totale di nuova produzione energetica 2012 di cancro-biomasse-biogas pari a 4.985 kwp.
Per questo motivo invitiamo i cittadini della provincia di Latina a partecipare alla consultazione on line promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico sulla strategia energitica per i prossimi anni:

Riteniamo che sia molto importante far sentire la nostra voce su un argomento decisivo per il futuro delle persone, delle economie e dei nostri paesaggi di terra e di mare.

GLI OBIETTIVI DIVERSI PERSEGUIBILI E LE NOSTRE PRIORITA’ (http://www.nuovosensocivico.blogspot.it/2012/11/le-risposte-di-nuovo-senso-civico-al.html)
-Premessa
Il primo dato da cui partire è che l’Italia ha una sovra-offerta di energia elettrica, dato ulteriormente accentuato dall’attuale gravissima crisi economica di sistema.
Basta collegarsi sul sito dell’operatore Terna per averne la conferma in tempo reale seguendo i grafici aggiornati ogni quindici minuti: in Italia la potenza elettrica installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali) è pressocchè doppia rispetto alla richiesta.
Le autorevoli conferme a questo dato sono molteplici e certamente non solo di parte.
E’ la stessa Confindustria ad affermare che l’Italia “è un Paese che ha una sovracapacità ormai strutturale di produzione elettrica di oltre il 30%” (fonte: QualEnergia.it - 20 luglio 2012).
Agostino Re Rebaudengo, Presidente dell’APER (Associazione Produttori Energie Rinnovabili) dichiara: “L’Italia negli ultimi 10-15 anni ha registrato ancora grandi investimenti in impianti tradizionali per la produzione di energia. Il risultato, un po’ assurdo è che noi attualmente abbiamo una capacità produttiva in grado di fornire il doppio dell’energia elettrica che consumiamo. Gli impianti a gas e petrolio funzionano spesso al 40% delle loro capacità. Devo dire che tuttora cerco di comprendere, e non ci riesco, con quali criteri gli operatori continuano a investire in centrali alimentate a metano.” (fonte: Sette Green/Corriere della Sera – 22 marzo 2012).La prima conclusione è quindi che, per quanto riguarda l’energia elettrica, l’Italia non ha bisogno di ulteriori fonti di approvvigionamento per il suo fabbisogno.
-Primo obiettivo: il risparmio energetico, la riduzione degli sprechi e la modifica degli stili di vita e di consumo.
-Secondo obiettivo: rimodulare il peso delle varie componenti energetiche favorendo le fonti davvero pulite e rinnovabili (fotovoltaico, solare, eolico, trattamento meccanico biologico a freddo delle biomasse, idroelettrico, ecc.) che vanno valutate nelle forme di installazione privilegiando quelle piccole e diffuse, realizzate alle migliori condizioni tecnologiche e di sostenibilità sostituendole gradualmente a quelle fossili tradizionali.
Se non vengono rispettate una serie di specifiche condizioni che quasi mai si realizzano proprio a causa della redditività legata agli incentivi statali  sono le principali cause che sconsigliano l’installazione di centrali a biomasse o biogas.

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