mercoledì 28 novembre 2012

differenziata il comune di Latina è un gambero in controtendenza

Il trend degli ultimi cinque anni nella gestione in città rifiuti Quei dati a caso Sempre più bassi gli investimenti sulla differenziata decrescita Quanto si è speso per carta, vetro e materiale organico MENTRE in giro per il Paese e per la regione il motto più diffuso è diventato «differenziare i rifiuti», la verità sullo smaltimento e la raccolta arriva dalle cifre nude e crude. Negli ultimi cinque anni la Latina Ambiente ha speso progressivamente sempre meno per differenziare. In parte lo si era capito osservando la città, lo scorso anno, più sporca di sempre; ancora adesso in alcuni quartieri si fa una gran fatica a capire se la raccolta differenziata sia stata mai avviata o se davvero il disordine che c’è è frutto della mancanza di sensibilità dei residenti. Qualcosa è cambiato nel 2012, anche perché i costi per la differenziata sono tornati a salire, almeno su alcune voci. Per la cosiddetta raccolta del secco residuo e per i rifiuti a terra (oltre che per quelli cimiteriali) nel 2006 si spendevano 1,6 milioni di euro, nel2008 oltre 2,8 milioni, nel 2009 già si scende (2,1 milioni) per arrivare a 1,9 milioni nel 2012. Per la raccolta della frazione organica si spendevano nel 2006 1,3 milioni, nel 2008 si passa a 1,2 milioni circa per arrivare a 1,4 milioni nel 2011 e scendere di nuovo a poco meno di 1,3 milioni nel 2012; per la raccolta del vetro si comincia con 104mila euro nel 2008 per arrivare a poco più di 73mila euro nel 2012. C’è poi da capire quanto e se è convenuto fare la differenziata a Latina. Come si sa in tutta Europa è un’operazione che fa risparmiare, almeno a medio termine. Invece la Latina Ambiente ha speso per il trattamento dei rifiuti differenziati 645mila euro nel 2006, 1,3 milioni nel 2008, 1,6 nel 2009, 1,4 nel 2010, 1,5 milioni di euro nel 2012. Parallelamente si sarebbe perlomeno dovuto risparmiare qualcosa sul costo del trattamento dei rifiuti indifferenziati. Ecco come è andata: sono stati spesi 4,6 milioni nel 2006, 3,5 nel 2008, 4,3 milioni nel 2011 e 4,1 nel 2012. Per la raccolta della carta la spesa è rimasta pressoché invariata (circa 500mila euro annui) eppure i dati ci dicono che la quantità di carta differenziata è aumentata. Forse tutto questo non è sufficiente a smentire il trend felice della differenziata di cui si parla in molti consessi civici. Però possono fare fede le parole dell’attuale assessore provinciale all’ambiente Gerardo Stefanelli, che appena una settimana fa ha, diciamo così, gettato la spugna e ammesso che la quota stabilita di differenziata non si potrà raggiungere (l’obiettivo era il 65%) e che, anzi, si rischia il collasso delle discariche esistenti. Occhi puntati sempre e comunque sul Comune di Latina, il più grande della provincia e quindi con la produzione maggiore. Qualcosa sta cambiando al sud dove alcune amministrazioni sono orientate ad «accettare» la proposta di sub ambito formulata dalla Regione e quindi a trasportare i loro rifiuti non differenziati non pià nell’invaso Indeco di Borgo Montello, bensì presso l’impianto di trattamento di San Vittore del Lazio (la cui distanza è pari ad un terzo di quella dalla discarica di Latina), attualmente sottoutilizzato rispetto alla capacità per cui è stato appena potenziato. Qualcosa, infine, si può dire a proposito delle campagne di informazione ai cittadini. Tra il 2008 e il 20012 sono stati investiti oltre 300mila euro in pubblicità per promuovere la raccolta differenziata. Con risultati, obiettivamente, discutibili. Da due giorni c’è stato un cambio al vertice della società che gestisce il servizio, come amministratore delegato arriva l’av vo c a t o Bruno Landi e ha il compito difficile di rendere finalmente credibili le cifre sulla differenziata in città. Graziella Di Mambro http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4da0bedc2/pag06latina.pdf

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