giovedì 25 ottobre 2012

Sanità Puglia procura Bari chiede 20 mesi per Vendola


Sanità Puglia, Procura di Bari chiede condanna a venti mesi per Vendola

I pm di Bari nell'udienza preliminare a porte chiuse hanno chiesto una condanna a un anno e otto mesi per abuso d'uffico sia per il presidente della Regione, sia per l'ex manager della Asl di Bari, Lea Cosentino. La vicenda è quella della nomina, nel 2009, di un primario dell'ospedale San Paolo

Sanità Puglia, Procura di Bari chiede condanna a venti mesi per Vendola
La Procura di Bari ha chiesto la condanna a 1 anno e 8 mesi per il presidente della Regione PugliaNichi Vendola, accusato di concorso in abuso d’ufficio con riferimento al concorso da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo, vinto dal professor Paolo Sardelli.
Chiesta la stessa condanna a 1 anno e 8 mesi per l’allora direttore generale della Asl di BariLea Cosentino, coimputata con le stesse accuse. L’udienza si svolge a porte chiuse davanti al gup Susanna De Felice. Il giudice scioglierà in chiusura d’udienza la riserva sull’ammissione degli ulteriori atti depositati dall’accusa. Adesso la parola alla parte civile e poi ai difensori per le arringhe. Presente in aula durante l’udienza lo stesso presidente della Regione Puglia 
Nell’udienza del 27 settembre scorso, Vendola aveva chiesto di essere processato con rito abbreviato. La stessa richiesta è stata avanzata oggi da Cosentino. Gli inquirenti contestano a Vendola di aver istigato l’allora dg Cosentino a riaprire i termini per la presentazione delle domande per accedere al concorso, con l’ obiettivo – ritiene la Procura – di assicurare a Sardelli l’assunzione quinquennale. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2008 e aprile 2009.
In apertura di udienza l’accusa ha depositato ulteriore documentazione probatoria contenente verbali di interrogatorio di Cosentino agli atti del processo in cui l’ex ‘Lady Asl’, come è stata ribattezzata dalla stampa, è imputata con il senatore Alberto Tedesco e altre 31 persone. I difensori si sono opposti perché, trattandosi di un processo con rito abbreviato, non dovrebbero essere ammessi atti ulteriori rispetto a quelli depositati al termine dell’indagine. Il gup si è riservato di decidere.  

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