lunedì 17 settembre 2012
scandalo pdl il bluff dell Polverini, per ora nessun taglio (ospedali a parte)
BLUFF DELLA POLVERINI
Basta un taglietto a far rientrare le dimissioni
annunciate dalla Presidente del Lazio
La manovrina:
le spese
di Giunta
e Consiglio
passeranno
da 98 a 70
milioni l’anno
I risparmi
saranno
effettivi “e n t ro
il 2013”
Il capogruppo
Pdl non firma
la mozione
di Enrico Fierro Il fatto quotidiano 17 settembre 2012
Alla fine la montagna di indignazione
partorì il topolino
di riformicchie
che faranno risparmiare
poco al contribuente laziale e
non placheranno l’ingordig ia
della casta. Renata Polverini è
salva, per il momento. Non si
dimette. Le sue proposte “moralizzatr
ici” ma non tanto, sono
state approvate.
“Una catastrofe politica. È come
l’alluvione che colpì Firenze,
e noi qui a spalare fango”.
Ore 16, il Consiglio straordinario
del Lazio, voluto da Renata
Polverini dopo lo scandalo
delle grandi abbuffate con i
soldi pubblici, inizia con la
gaffe di un paragone inappropriato,
ma inizia con puntualità.
E già questa è una eccezione,
dicono i “f lanelloni” della
Pisana, e giurano che non si è
mai visto tanto rispetto per
l’orologio. Va in onda il pubblico
lavacro dopo lo scandalo
di Batman, alias Franco Fiorito,
l’insaziabile capogruppo
del Pdl. Parla la presidentessa
del Lazio, annuncia sfracelli,
“o si cambia o tutti a casa”. Minaccia,
blandisce, indica termini
perentori per improbabili
riforme moralizzatrici, tagli
di autoblu e privilegi “insoppor
tabili”, che nessuno vuole
davvero. È una sceneggiata,
neppure utile a placare gli animi
e a riconquistare un minimo
di decoro per la politica e
le istituzioni. Perché qui, in
queste stanze zeppe di portaborse,
consulenti e segretari,
è andata in scena una versione
orrida dell’eterno magna magna
italiano.
SIAMO A ROMA, e qui Trimalcione
è più eterno della città
stessa, Lucullo si è reincarnato
nella mole di Fiorito e di
quelli come lui. “Vi erano d’obbligo,
come antipasti, frutti di
mare, uccellini di nido con
asparagi, pasticcio d’ostr ica,
scampi. Poi veniva il pranzo...”.
Così Plutarco raccontava le cene
luculliane. Dopo millenni il
menu è cambiato di poco, le
ostriche abbondano, lo champagne
pure, in pochi rinunciavano
alle magnate offerte da
Batman, e alle “g n o c ch e ”, e alle
suite in Costa Smeralda, col
contorno, ancora misterioso e
tutto da chiarire, di fondi depositati
all’e s t e ro .
CAPISCE la Polverini, che lo
scandalo l’ha già travolta e veste
improbabili panni “gr illini”.
“Chiedo scusa”, ripetuto
tante volte. “Ai cittadini del Lazio,
a quelli del nostro Paese, a
tutte le altre istituzioni, alla politica
onesta, alle persone e alle
famiglie che faticano ad arrivare
a fine mese”. Ricorda le polemiche
seguite al suo recente
ricovero, chiede scusa pure alla
sua famiglia, “esposta a una
vergognosa gogna mediatica”.
Scivola tra sincera commozione
e autentico cattivo gusto,
quando parla dei suoi “tre tumori
alla tiroide”. “Anche qui
ci sono tumori da estirpare”.
Poi la minaccia del tutti a casa.
Si dimette subito? No, l’indignazione,
almeno quella verbale,
è tantissima, ma vince la
politica politicante. E allora,
accanto al minaccioso dispiacere
di “non poter andar via subito”,
“altrimenti sarei venuta
qui in ciabatte e sarei andata al
m a re ”, una lunga serie di machiavellici
“o”. Dimezzare le
commissioni consiliari e cancellare
quelle speciali, diminuire
gli assessori, sistema certificato
e trasparente per il finanziamento
dei gruppi, sciogliere
i monogruppi (quelli fatti
di un solo consigliere), diminuire
il numero dei consiglieri
regionali. O si fa o vado via, e
voi con me. I tempi? Sette giorni,
forse di più, quelli che servono.
L’“acquar io”, dove sono
stipati giornalisti e cameramen
che si contendono uno strapuntino
con tifosi e clienti vari,
è strapieno. Partono applausi
quando la presidentessa, con
espressione dura, cita Matteo
Renzi e dice perentoria che “se
tutto questo non succede qui
ora, adesso, non avremo futuro
”. Parole, teatro. La politica
vera si è consumata in mattinata,
in lunghe riunioni con i capigruppo
della maggioranza e
gli assessori. Alla Polverini non
basta la testa di Batman-Fiorito,
vuole anche quella del nuovo
capogruppo del Pdl, Battistoni.
Qualcosa ottiene, perché a
parlare a nome del partito di
Berlusconi è una giovane consigliera
regionale, Chiara Colosimo,
26 anni. Anche lei veste i
panni della Giovanna D’A rc o
anticasta. “Il Pdl – dice con voce
sincopata – è accanto a Renata
Polverini, ci accodiamo
(proprio così, ndr) alle scuse
fatte agli italiani, tagliamo tutte
le auto blu, dimettiamoci dalle
commissioni”. Applausi e abbraccio
finale con la presidentessa.
Anche Ciccio Storace,
una volta Epurator, è morbido.
“Votiamo il documento della
Polverini e andiamo avanti. Ma
che dobbiamo fare un rimpasto
solo perché un collega ha avuto la malpensata di spostare re
fondi all’estero? E mettiamoci
a dieta, diciamo alle gente
che non vogliamo mangiare
con i soldi loro, altrimenti non
vi lamentate se Padellaro (il direttore
di questo giornale, ndr)
scrive certe cose”. Parla l’opposizione
con Esterino Montino
del Pd, “dopo i tagli la Polverini
si deve dimettere”, Vincenzo
Maruccio (Idv), “questa
Regione è ai titoli di coda, è ora
di mandare la pubblicità, vale a dire la parola ai cittadini perché
decidano da chi essere amm
i n i s t ra t i ”. Alla fine la mozione
Polverini, che il capogruppo
del Pdl non firma, passa con
41 voti a favore, 26 astenuti e
tre assenti. Le spese di Giunta e
Consiglio verranno ridotte da
98 a 70 milioni, ma a partire dal
2013. Ancora poco per una Regione
che è la più indebitata
d’Italia, con un passivo che solo
negli ultimi cinque anni è
cresciuto del 153%.
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