sabato 22 settembre 2012

Polverini povera in rosso, poche case, troppo lusso scandalo pdl Lazio

LA SIGNORA “IN ROSSO” La Polverini si lamenta del conto in banca, non bastano oltre 200mila euro di Carlo Tecce inviato a Velletri Possiede 4 case (una a Parigi) e 5 cantine Grida dalla festa dell’uva di Velletri: “Alta la testa” Il decoro istituzionale è fondamentale. E questo non è accettabile: “Io faccio pure fatica a pagare le mie carte di credito”. Sacr ilegio. E ancora impietosa: “S t a s e ra indosso le stesse scarpe che avevo a Cinecittà per la festa di De Romanis”. Tragedia. E colpo feroce: “Il mio conto è sempre in rosso”. Fermi. Non è che qui, fra ladruncoli e bisbocce, Renata Polverini governa la Regione Lazio per beneficenza? Presidente, proprio lei, in rosso? “Non mi sono lamentata, spendo i miei soldi né pochi né troppi. Il giusto”, dice con un sorriso forzatissimo, a Velletri, castelli romani, pronta a tranciare un nastro tricolore per la sagra dell'uva. E poi sfiora le spalle dei passanti, omaggiata con ciambelle e biscotti, lei ricambia agitando le mani colorate di uno smalto arancione, tonalità evidenziatore del catasto. Ai piedi un paio di ballerine blu elettrico che s’a bbinano a una magliettina prugna che s’allarga sui pantaloni stretti. Merce rara del mercatino di Porta Portese? La governatrice non ascolta, e sbuffa gentilmente. La dichiarazione dei redditi indica 209mila euro di imponibile, però. E c’è un però enorme che la Polverini non conosce: l’assegno mensile per il rapporto con gli elettori, 4mila euro mensile (ora dimezzati): “Quello che guadagno è pubblicato”. Le entrate di Renata seguono tre corsie: 11.598 euro netti per l'incarico, 100mila l’anno lordi per il ruolo di consigliere e, ultima stradina, il contribuito per dialogare con i cittadini. Per fortuna, i laziali non vogliono rischiare il mutismo dei politici. La Polverini ha un mantra che ripete in qualsiasi occasione, sia in aula per redarguire i Franco Fiorito, sia in piazza per celebrare il mosto: “Ho corretto il disavanzo di bilancio, il debito sanitario”. Ci vuole mente di ragionerie e polso di chirurgo. E com'è che le finanze di casa Polverini siano così disastrate con oltre 200mila euro l'anno? SARÀ la frenetica attività immobiliare: ultimo investimento un appartamentino a Parigi di un valore (dichiarato) di 221mila euro. Stanza e cucina. Un rifugio. Non un'abitazione confortevole come quelle romane, prima a San Saba in affitto con il marito a prezzo scontatissimo (proprietà pubblica Ater), poi la doppietta in zona Aventino e il rustico a Torgiano (Perugia), le 5 cantine tra l'Umbria e la capitale. Ora la Polverini è stanca, sussurra al sindaco Fausto Servadio (Pd): “Non me reggo in piedi. Me so fatta ‘na pannecchiella in macchina. Sai, so’ stata con i bambini emiliani allo Zoomarine”. La governatrice ha attraversato una settimana faticosa. Anche annunciare 11 volte le dimissioni può indebolire. Festeggiati i tagli di 20 milioni ai partiti, e gabbato il santo imbarazzo, la Polverini dimentica: “Sono serena perché parla la mia coscienza. La faccenda amministrativa è chiusa. L'inchiesta giudiziaria andrà avanti e ne vedremo tante”. Servadio la costringe a una processione di mezz'ora, inerpicandosi per Velletri a caccia di un palco per l'immancabile comizio: “Ho chiesto scusa e andiamo con il cammino. Alziamo la testa!”. Il sindaco le propone un brindisi, lei sorseggia e mastica un pezzettino di dolce al vino. Prova la posa migliore per i fotografi, prova due volte, anche tre. Pensa al pomeriggio con i bambini, e si ricorda dei bambini che dovrà incontrare in Regione. Quelli che non si saziano mai con la marmellata (pubblica): “Quali bambini? Ah ah”, sospiro. E afferra un grappolo d'uva. Una signora le consegna un invito per una cena a base di baccalà. Una ragazza le grida “ver gogna”. La Polverini abbassa lo sguardo. Serra l'orecchio. Procede con il suo passo marziale. Dicono che sia carattere. Forse è solo paura di rovinarsi la car riera. Il fatto quotidiano 23 settembre 2012

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