venerdì 21 settembre 2012

inchiesta della corte dei conti sugli sprechi e gli scandali del pdl nel Lazio della Polverini

Polverini, sprechi sotto inchiesta

di Primo Di Nicola e Emiliano Fittipaldi
La Corte dei Conti ha deciso di aprire un'istruttoria per le spese senza senso della governatrice del Lazio: dalle rievocazioni storiche alle feste locali, fino alle campagne di marketing affidate ai suoi amici
(23 aprile 2012)
Renata PolveriniRenata PolveriniLa Corte dei Conti ha aperto un faro sugli sprechi e sui presunti sperperi di denaro pubblico da parte della Regione Lazio guidata da Renata Polverini. Da qualche settimana è infatti in corso un'istruttoria avviata dalla procura regionale: i magistrati contabili stanno analizzando molti dei finanziamenti (per un totale di svariati milionari di euro) effettuati dalla Polverini e dai suoi uomini per le cosiddette "spese di comunicazione" della Regione.

Non solo. Nel mirino dei contabili sono finiti anche i soldi investiti in decine di sagre paesane, feste di ogni tipo ed eventi promozionali di dubbia utilità. Dalla procura bocche cucite, ma pare che i magistrati abbiano posto l'attenzione anche su quanto denunciato da alcune inchieste de 'L'Espresso' (come questa) pubblicate nelle ultime settimane.

Leggendo le determine della giunta regionale, in effetti, sembra che la Polverini, quando si tratta di pubblicizzare se stessa o le attività della Regione, non badi davvero a spese. Dalla "Rievocazione storica della battaglia di Lepanto" a Sermoneta al "Carosello storico dei rioni" e il "Latium festival" di Cori, dalla "Sagra del carciofo" di Sezze al Museo della Zampogna di Villa Latina, Renata ha finanziato - con centinaia di migliaia di euro - di tutto e di più.

Nella lista c'è l'imbarazzo della scelta: dal "Piano Casa" e al Piano Rifiuti (703 mila euro) alle iniziative per "Un Mare sicuro" (98 mila euro), senza dimenticare la campagna da 221 mila euro contro gli incendi boschivi (nel 2010 è partita paradossalmente a settembre, a estate finita), la "Fetes de Wallonie" in Belgio, il progetto "Battisti e basta" (sempre a Bruxelles), il "Festival del libro di Istanbul" (20 mila euro), mentre 180 mila euro sono finite per il "Dubai Natural & Organic Product Expo".

La Corte dei conti ora vuole vederci chiaro. Soprattutto, sta studiando le spese più discutibili. Come quella da 184.300 per una campagna promozionale sugli sconti sui biglietti di autobus e tram per gli under 30: la gara - a cui hanno partecipato in quattro - è stata vinta da Francesco Mascioscia, pubblicitario ed ex candidato nella lista Polverini nelle elezioni regionali del 2010.http://espresso.repubblica.it/dettaglio/polverini-sprechi-sotto-inchiesta/2179187
 

Nostra Renata degli sprechi

di Emiliano Fittipaldi
Dal museo della zampogna a eventi in Kirghizistan Albania e Portogallo tutte le spese della Polverini per la comunicazione. Inclusa una campagna affidata a un candidato nella sua lista
(05 aprile 2012)
Renata Polverini e Francesco MisciosciaRenata Polverini e Francesco MisciosciaRenata Polverini va pazza per la pubblicità. Così, quando c'è da reclamizzare se stessa o le iniziative della Regione Lazio, la governatrice non bada a spese. Dall'inizio del suo mandato ha investito milioni e milioni di euro in campagne promozionali di ogni tipo. "L'Espresso" ha trovato tutte le determine: dai 20 mila euro spesi per il lancio del "Museo della Zampogna" di Villa Latina all'evento "Inno alla Luce" in Portogallo (costo 22.500 euro), passando per la celebrazione de "L'anno internazionale delle foreste" (38.700 euro) fino ai 18 mila euro per il volume "Rete Natura 2000", abbiamo scoperto che la Regione Lazio ha speso un fiume di denaro in convegni, cartelloni, dépliant, partecipazioni a fiere, progetti pubblicitari di ogni tipo e forma. Investimenti che troppe volte somigliano a sprechi, mentre in qualche caso il denaro è finito direttamente nelle tasche di amici e simpatizzanti.

Francesco MisciosciaFrancesco MisciosciaCome quelle di Francesco Miscioscia, candidato nella lista Polverini e pubblicitario di professione. Su Facebook, all'indomani delle elezioni regionali, scriveva così: "Grazie a tutti di cuore. Ha vinto Renata Polverini, perché dopo l'ultimo periodo di "oscurantismo", l'intelligenza degli elettori ha comunque prevalso... Ho vissuto intensamente questi mesi di candidatura nella lista civica Polverini, un'esperienza che mi ha arricchito (tranne economicamente) come uomo "sociale" e "culturale"". Miscioscia non è stato eletto in consiglio regionale, ma il trionfo di Renata gli ha comunque portato fortuna. Lo scorso dicembre la sua agenzia di marketing ha infatti vinto una gara per realizzare una campagna promozionale sugli sconti sui biglietti di tram e metropolitane garantiti dalla Regione ai giovani under 30. Valore dell'appalto: 184.300 euro. Un bel colpo per la Miscioscia srl, che in tutto il 2010 ha fatturato 424 mila euro. 


Al bando hanno partecipato in quattro. I plichi sono arrivati lo scorso 16 dicembre al dipartimento regionale Trasporti. La commissione di gara è stata nominata lo stesso giorno. Si mette al lavoro in giornata: apre le buste, studia le carte, sempre il 16 dicembre, decreta il vincitore (e poi dicono che l'amministrazione pubblica non funziona). Il prescelto è proprio lui, Miscioscia. "L'uomo con i puntini sulle "i"", come si auto-definiva in campagna elettorale, ha fatto l'offerta migliore. Il capo del dipartimento dei Trasporti Bernardo Maria Fabrizio ci spiega che Miscioscia si è occupato "della cartellonistica. Lo slogan "Me lo merito" e il sito Internet è invece farina del nostro sacco. Miscioscia candidato nella lista Polverini? Io non lo so. Dove si è candidato? Secondo me le hanno detto una cosa non vera".

Ma la Regione non ha fatto contento solo l'ex candidato della Polverini. Sono decine le agenzie di pubblicità ad essersi aggiudicati centinaia di iniziative e campagne promozionali. I progetti "Prevenzione Donna-Mi state a cuore" arrivano a 328 mila euro (la Manzoni, concessionaria del Gruppo Espresso, ha ricevuto 14.400 euro), la "Giornata della Donna" del marzo 2011 è costata 12 mila euro, mentre i battage per pubblicizzare il "Piano Rifiuti" e la raccolta differenziata sono costati ben 703 mila euro. Peccato che non abbiano funzionato: la raccolta differenziata della Capitale è ormai più bassa di quella di Napoli, mentre la Regione è ancora alla ricerca di un sito che prenda il posto della discarica di Malagrotta.

Andiamo avanti. La nobile campagna "Donazione sangue" è costata la bellezza di 399 mila euro, quella per la "Famiglia 2011" 18.630 euro. Spiccioli rispetto ai 76 mila per pubblicizzare il "Piano Casa" (impugnato dal governo amico di Berlusconi per evidenti profili di incostituzionalità) e ai 421 mila euro girati a concessionari e attacchini per pubblicizzare le iniziative volte a "ridurre le liste d'attesa" negli ospedali (i maligni dicono che quei soldi, forse, potevano essere spesi per ridurle ancora di più). Ben 242 mila euro sono stati investiti in "pubblicità istituzionale" per i 150 anni dell'Unità d'Italia (vale la pena segnalare i 18 mila euro spesi per la mostra fotografica organizzata a Biskek nel consolato onorario d'Italia in Kirghizistan), altri 221 mila spesi per le campagne "antincendio boschivo" (quella del 2010 è partita a settembre, ad estate ormai conclusa). Si potrebbe andare avanti per ore: le pubblicità del bonus bebè ci sono costate 147 mila euro, quelle per cinque "Educational Tour" (eventi destinati ad attrarre turisti) oltre 223 mila, l'iniziativa "Mare Sicuro-Estate Sicura" altri 98 mila, per la fiera "Culinaria, il gusto dell'identità" sono partiti 60 mila euro.Già. Alle fiere e alle manifestazioni Renata non vuole mancare. Mai. L'intento è nobile: valorizzare i prodotti made in Lazio. Per l'"Euroflora 2011" di Genova si sono spesi 120 mila euro, circa 311 mila per "Roma Cavalli 2011", 7.500 per le "Fêtes de Wallonie" in Belgio, 100 mila per la manifestazione di Viterbo "San Pellegrino in fiore", altri 226 mila finiscono nelle casse della Rimini Fiera spa per l'evento "Mia Sapore 2011". http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nostra-renata-degli-sprechi/2178027//1

A febbraio dello stesso anno 30 mila euro vengono girati invece all'Associazione gruppo sportivo Bancari romani, "per la realizzazione dell'iniziativa di visibilità e promozione dell'assessorato alla Cultura" in occasione della mezza maratona Roma-Ostia. Se 50 mila euro servono per partecipare alla Fiera "Think Further 2010" a Tirana, in Albania, 5 mila per il progetto "Battisti e basta" a Bruxelles, gli 8.000 dépliant "Un anno di assessorato per la Famiglia e le Politiche sociali" sono costati 7.800 euro. Non si finisce mai: per il "Tour Alex Podolinsky-Fertilità della terra" s'è deciso di investire 26.700 euro (Podolinsky è un guru dell'agricoltura biodinamica, inventata nel 1924 dal pedagogo Rudolf Steiner), per il "Festival del Libro di Istanbul" 20 mila, mentre per l'acquisto di 50 copie del volume "Mangiare Informati" sono serviti appena 3.050 euro. Il giornale di simpatie cielline "Tempi", diretto da Luigi Amicone, ha ricevuto da Polverini e compagni 80 mila euro a dicembre 2010 per uno stampato "per la promozione delle attività della Regione Lazio nell'ambito della Pmi, dell'artigianato e dei rifiuti", mentre l'Enit per pubblicizzare Roma e province in una tre giorni a Londra ha avuto quasi 200 mila euro. Costosa anche la partecipazione al "Dubai Natural & Organic Product Expo" del 2010: ben 180 mila euro.

La faccia di Renata e il marchio della Regione devono essere ovunque, questo il mantra che la governatrice ripete ai suoi collaboratori. La comunicazione è tutto, e la Polverini lo sa bene. Così 25 mila euro (denaro pubblico, ricordiamolo) finiscono ad agosto 2011 a Ventotene, per il seminario per "La Formazione Federalista Europea", 6.050 per il viaggio inaugurale del Leonardo Express Roma Termini-Fiumicino, 24.500 per la campagna di comunicazione del "Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013", oltre 152 mila per un battage pubblicitario negli schermi al plasma dei più importanti aeroporti italiani. La realizzazione di un fondamentale "video-animazione a fini divulgativi sulla situazione economico-finanziaria (disastrosa, 
ndr) della Regione Lazio" è costata invece 7.500 euro (chissà se gli spettatori hanno gradito lo spettacolo), i pieghevoli del pellegrinaggio mariano "Sulle orme di Giovanni Paolo II" 20 mila euro, la pubblicazione della "Rivista Storica del Lazio" 17.900, mentre fa impressione la convenzione da 602 mila euro tra la Polverini e la srl Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia (che gestisce il museo del Vittoriano) "per promuovere l'immagine della Regione in occasione di eventi culturali" nel 2011 e nel 2012. Se qualcuno parla di sprechi, Renata fa spallucce. E ricorda che la Regione non guarda in faccia a nessuno e sponsorizza tutti: dal "Family Day" di Fiuggi (un evento costato 147 mila euro) al numero verde "Gay Help Line" (altri 80 mila euro), "il contact center per gay, lesbiche e trans".
 

Tutti gli sprechi di Renata

di Emiliano Fittipaldi
Milioni pubblici regalati ai partiti. Consulenze d'oro agli amici. Moltiplicazione degli incarichi. E sulla Polverini cala il sipario
(19 settembre 2012)
Renata Polverini? «Sembra la bella addormentata. Da due anni e mezzo fa la presidente della Regione Lazio a sua insaputa».

A Roma la battuta circola da lunedì scorso, da quando la governatrice più sanguigna d'Italia ha chiesto ai consiglieri di destra uno scatto etico. «Sennò mi dimetto. E' una vergogna, chiedo scusa a tutti i cittadini, è una catastrofe politica peggiore dell'alluvione di Firenze del 1966 (che causò 34 morti, ndr.). I tumori che stanno qui dentro, come erano nella mia gola, vanno estirpati oggi», ha urlato ai suoi parlando dello scandalo di Franco Fiorito, l'ex tesoriere del Pdl che ha speso centinaia di migliaia di euro destinati al suo partito per comprare auto di lusso, cene a base di ostriche, bottiglie di champagne e cravatte di Marinella.

«Auguro a lui buon lavoro, la sua competenza ed esperienza sono il miglior biglietto da visita nell'interesse di tutti i cittadini del Lazio», aveva invece detto Renata quando Fiorito fu eletto capogruppo. Ed è stata proprio lei, insieme ai suoi assessori e ai gruppi che la appoggiano (compresa la "Lista Polverini") ad aver trasformato la Regione Lazio in una sorta di "manuale della Casta", in un ente ormai metafora perfetta di spartizioni di poltrone e accaparramento di prebende, in un Palazzo famoso per il boom di commissioni inutili e costose, popolato da assessori esterni con pensioni a vita e consulenti pagati a peso d'oro.

SOLDI AI GRUPPI
Partiamo dalla vicenda Fiorito. I soldi che l'ex tesoriere ha girato sui suoi conti correnti sono quelli destinati ai partiti presenti in Consiglio regionale.

Le erogazioni arrivano grazie alle cosiddette "manovre d'aula", che da sempre servono a finanziare opere pubbliche, sagre e manifestazioni assortite sponsorizzate dai singoli consiglieri.

Fino ai tempi di Francesco Storace l'elenco dei finanziamenti era inserito in bilancio, e diventava dunque pubblico. Piero Marrazzo impose un modello più limpido: i fondi venivano erogati solo dopo un bando pubblico, che veniva poi formalizzato in una delibera. 

Con l'avvento della Polverini, invece, la trasparenza è andata a farsi benedire. Il parlamentino del Lazio ha deciso che i soldi fossero gestiti direttamente dalla presidenza del Consiglio regionale che da due anni gira il malloppo ai vari gruppi.

Nessun bando, nessuna evidenza pubblica: 15 milioni di euro l'anno, circa 211 mila euro di media a consigliere (quattro volte la cifra che spetta ai deputati) finiscono così nelle tasche dei partiti che provvedono a spenderli. Chi ha approvato nell'agosto 2010 la nuova procedura? Tutti i gruppi politici, compreso quello della governatrice che (a differenza di Pd, Sel e Radicali) non ha ancora dichiarato come ha speso il denaro ricevuto. Il quale, ricordiamolo, può essere usato solo ed esclusivamente per le attività politiche.

Non è tutto. Non risulta nemmeno che la Polverini si sia mai battuta contro l'esplosione incontrollata di gruppi consiliari, vero caso nazionale. Già: i 71 consiglieri si sono divisi in 17 gruppi diversi, di cui ben cinque nati durante la legislatura. I "monogruppi" composti da una sola persona sono otto. Come mai questo boom? Presto detto: ogni presidente, anche di se stesso, ha diritto a un'indennità aggiuntiva di 891,50 euro netti mensili, e può assumere fino a sette collaboratori tra consulenti, segretari e adetti stampa. Una manna a cui nessuno, in Regione, ha detto no.

ASSESSORI BOOM
Se i monogruppi sono una moda diffusa in tutte le regioni italiane, la Polverini è direttamente responsabile dello scandalo degli assessori esterni. Invece di prenderli dal Consiglio, Renata li ha pescati tra i trombati del Pdl rimasti a casa dopo il pasticciaccio della mancata presentazione della lista romana del Popolo della libertà.

La Polverini ne ha chiamati 14 sui 16 totali, tra loro si contano anche due esclusi eccellenti candidati nella sua lista. Per pagare gli stipendi alla nuova truppa s'è dovuto fare addirittura una variazione in bilancio, che obbliga i cittadini del Lazio a spendere 5 milioni in più ogni anno. Non solo.A Natale dell'anno scorso, mentre la giunta era concentrata a tagliare ospedali, trasporti, spese per la cultura e imponeva un'addizionale Irpef tra le più alte d'Italia, gli assessori di Renata e tre consiglieri decaduti hanno avuto in dono il vitalizio, ossia la pensione a vita. 

Un emolumento che prima era appannaggio solo dei consiglieri eletti. Luciano Ciocchetti e Teodoro "Er Pecora" Buontempo sono i più fortunati, visto che potranno sommare la pensione regionale a quella parlamentare. Per la Polverini non si trattava, comunque, di privilegi. «C'era un'anomalia solo del Lazio che non equiparava gli assessori ai consiglieri regionali, era discriminante», spiegò serafica davanti alle proteste dell'opposizione.

LA CASTA DELLA REGIONE
La governatrice e la lista che l'appoggia non si sono fatti scrupoli nemmeno quando, nel febbraio del 2011, i consiglieri regionali hanno deciso di aumentare le commissioni consiliari, che sono passate da 16 a 20. Quarantacinque voti favorevoli, solo due contrari, e nessuna nota critica da parte della presidenza.

L'aumento ha consentito ai partiti una nuova distribuzione di pani e pesci: i presidenti degli organismi sommano infatti al lauto stipendio da consigliere regionale altri 891,50 euro (circa 600 euro, invece, sono destinati ai vicepresidenti), oltre alla possibilità di assumere cinque tra segretari e portaborse, senza dimenticare l'auto blu e arredi vari per i nuovi uffici. Oggi le commissioni sono 19 (una, quella dedicata alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020, è stata cancellata): tre in più di quelle presenti alla Camera e al Senato. Costo complessivo tra bonus e spese varie di 19 presidenti e 57 vice: oltre 7 milioni l'anno. Nessuna Regione, in Italia, fa peggio.

Il consiglio, che in due anni ha varato solo otto leggi, alla fine costa 95 milioni l'anno, il triplo di quello della Toscana. Colpa anche dello stipendio dei consiglieri che, considerando le varie indennità e la diaria, arriva a oltre 12 mila euro netti al mese (in Lombardia prendono la metà), ai rimborsi spese ritoccati di continuo verso l'alto (chi usa la propria auto per arrivare alla Pisana può chiedere centinaia di euro al mese, basta autocertifichi che il proprio domicilio sia almeno a 15 chilometri di distanza dalla sede del consiglio), all'uso smodato dei consulenti esterni, pagati milioni per effettuare, tra l'altro, «studi su regolamenti regionali» e «cura della comunicazione per il garante dei detenuti». 

RENATA DEGLI SCANDALI
«Io non mi voglio vergognare di uscire di casa. Voglio guardare la gente in faccia», ha gridato ancora Renata citando pure «lo sfracellamento» della Costa Concordia (30 morti e due dispersi, ndr.).

Ma a spulciare le delibere le spese pazze fatte da lei e la sua giunta sembrano infinite. Dall'inizio della legislatura tra presidenza e assessorati sono state assunte a chiamata diretta 283 persone per un costo ulteriore di 20 milioni l'anno. «La segreteria della Polverini», accusa il Pd, «ha 13 membri e non 8 come dice lei, e se consideriamo l'ufficio di gabinetto della presidenza fanno 25. In tutto il personale della segreteria della giunta è arrivato a quota 212 unità». Un esercito.

Il fotografo personale di Renata «costa 75 mila euro l'anno», mentre le decine di dirigenti esterni molto di più. Un anno fa il Tar bocciò l'assunzione di nove di loro perché la nomina era stata fatta in barba «alle più elementari regole di pubblicità e partecipazione».

La Polverini se ne fregò, spiegando che «i poteri forti» non l'avrebbero fermata: qualche mese dopo assunse in Regione Gabriella Peluso, compagna del fedelissimo segretario generale della Regione, Salvatore Ronghi. Lui prende 189 mila euro l'anno, la fidanzata ha strappato un contratto da 122 mila euro l'anno per dirigere la fondamentale «struttura per l'attuazione delle politiche regionali e del programma di governo».

E visto che Renata la moralizzatrice, oltre a non dimenticare mai gli amici, porta anche fortuna, 184 mila euro sono finiti in cassa anche a Francesco Miscioscia, un pubblicitario candidato nella lista Polverini che ha vinto - sarà un caso - una gara per realizzare una campagna promozionale su tram e autobus. La Corte dei conti indaga.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/tutti-gli-sprechi-di-renata/2191479//1
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento