venerdì 28 settembre 2012
Ilva la Fiom chiede che l'azienda tiri fuori 4 miliardi, ha fatto profitti sulla pelle della gente
LA FIOM: “L’AZIENDA TIRI FUORI
4 MILIARDI. HA FATTO PROFITTI
SULLA PELLE DELLA GENTE”
“Il nullaosta
ministeriale sia
vincolato ai
danni alla salute”
Quando parla
Landini due
dirigenti escono
di Sandra Amurri
Inviata a Taranto Il Fatto quotidiano 29 settembre 2012
C i sono anche due dirigenti dell’Ilva seduti in
prima fila nella sala della Provincia di Taranto,
dove si svolge l’assemblea nazionale della
Fiom su un “nuovo modello di sviluppo ecocompatibile”.
Dentro i loro abiti scuri, ascoltano
senza battere ciglio tutti gli interventi. Ma
quando prende il microfono il direttore di Arpa
Puglia, Giorgio Assennato, che nelle intercettazioni
Girolamo Archinà, responsabile della comunicazione
dell’Ilva, descrive “un nemico da
distr uggere” si alzano e se ne vanno senza neppure
ascoltare Maurizio Landini. Il Professor Assennato,
ritenuto responsabile
di aver inviato in procura
il rapporto sul benzo(
a)pirene proveniente
dalle cockerie rilevato nel
quartiere Tamburi, un vero
“affronto” per l’Ilva, spiega
che da quel momento il dialogo
tra azienda e Arpa si interrompe
e le cose precipitano.
Il direttore Arpa invita
a tenere alta “la fiaccola dei
valor i” e aggiunge: “Il pallino
ce l’ha l’Ilva, o accetta di
produrre acciaio senza distruggere
la salute dei lavoratori
e della città o va via”.E
si chiede come possa essere possibile che l’au -
torizzazione integrale ambientale (Aia) non recepisca
le perizie epidemiologiche che dimostrano
come le emissioni siano associate a eventi
sanitari: “Il caso Taranto è esploso per i danni
arrecati alla salute dei lavoratori e della città. Ricordo,
ero ancora uno studente di medicina
quando per la prima volta entrai in una cockeria
e mi sembrò un girone dantesco. Lavoro e salute
alla fine degli anni Sessanta erano dentro la battaglia
della sinistra sindacale, oggi si sostiene addirittura
che possano essere antagonisti”. Il professor
Assennato dice di aver consegnato al Ministro
dell’Ambiente Corrado Clini centinaia di
documenti a sostegno della necessità che l’Aia
contempli anche i danni arrecati alla salute ma
”Clini continua a credere che salute e ambiente
non debbano fare parte dell’Aia” e con un sospiro
esclama: ”Ci sono troppi interessi trasversali
in ballo!”. La sala applaude. Landini gli rivolge
parole riconoscenti: “Non ci eravamo mai
incontrati, tutti noi dobbiamo avere rispetto
per una persona che ha dimostrato che ci sono
cose che non si comperano, non si vendono ma
si difendono”. Di nuovo applausi “Noi siamo
per lo sciopero ma lo sciopero deve essere contro
Riva. Dobbiamo evitare contrapposizioni tra
lavoratori attraverso un processo democratico
di partecipazione con assemblee aperte ai cittadini.
Il problema non è se i lavoratori stanno
con questo o con quel sindacato ma che siano
autonomi nel capire che si può lavorare senza
ammalarsi e produrre senza inquinare, che la
controparte è l’azienda. Non è vero - prosegue il
leader Fiom - che il solo modo di produrre acciaio
è quello dell’Ilva, cioè produrre anche inquinamento
e vendere ad un prezzo inferiore
perché non investe nella sicurezza.
Sia chiaro: senza investimenti
il problema non si risolve.
All’Ilva mancano soldi per arrivare
alla cifra necessaria?“. Si
parla di 4 miliardi di euro. “Sia -
mo disposti sostenere un’opera -
zione come quella fatta da Obama
per l’auto: non fondi pubblici
a fondo perduto ma prestiti.
Intanto ci chiediamo: dove sono,
cosa stanno facendo quelli
che debbono fare politica industriale?
Occorre ripensare a un
nuovo modello di sviluppo, stabilire
criteri su cosa si produce,
perché e come”. E alla Fim-Uil
manda a dire: ”La Fiom non prende lezioni da
chi ha accettato il ricatto della Fiat” e conclude
con un’altra stilettata: ”Se uno chiede alla Fiom:
fai la marcia su Roma? La Fiom risponde che non
fa marce su Roma. Il 12 ottobre valuteremo le
iniziative da mettere in campo compreso uno
sciopero nazionale della categoria”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento