lunedì 30 luglio 2012

I segreti della discarica di Borgo Montello, audizione nave dei veleni e fusti tossici ecco cosa cercano PRESSAPOCHISMO, gestione allegra, indifferenza del Comune di Latina verso la discarica di Montello e intanto «qualcosa» di illecito sicuramente passava. L’audizione di Achille Cester, l’ex direttore delle discariche di Indeco (tra il 1997 e il 1999), accende poca luce su quello che è davvero successo a Montello nel anni 80 e 90 ma alcune cose emergono chiaramente dal resoconto stenografico appena pubblicato sul sito della Camera dei Deputati e relativo all’audizione del 27 giugno scorso. Cester dice testualmente che lui arriva a Latina per «mettere in regola la discarica e far funzionare i motori di biogas» che prima della sua nomina erano fermi. In alcuni passaggi parla anche dell’omicidio del parroco di Montello, don Cesare Boschin, diventato un caso simbolo della lotta ai trafficanti dei rifiuti. Ma Cester, in realtà, mina gravemente questa ipotesi che peraltro non ha avuto mai veri riscontri investigativi. E infatti dice che della vicenda Boschin nessuno ha mai parlato, lui non sapeva neanche dell’esistenza di quella storia e aggiunge che se fosse stato un caso di omicidio così eclatante legato al traffico dei rifiuti certamente ne avrebbe sentito parlare. Come, invece, sentì parlare di Sandokan - Francesco Schiavone. Un parente del boss, che negli anni 90 era il più potente tra le mafie europee, gli disse appunto che aveva rapporti familiari con Sandokan. Achille Cester ha riferito ai commissari della Camera dei Deputati che si occupano della vicenda rifiuti nel Lazio che, però, non diede alcuna importanza a quella affermazione su Sandokan e proseguì nel suo lavoro. Che consisteva, appunto, nella messa in regola del sito e nel respingimento di carichi che contenevano rifiuti non urbani o non assimilabili a quelli urbani. «Mi capitò più volte di respingere dei carichi, soprattutto di terzisti, ispezionavo personalmente il contenuto attraverso una pedana posta accanto all’i ngr esso ». L’ex direttore dunque ha confermato in parte ciò che aveva detto nel corso di un’intervista pubblicata da Il Fatto quotidiano e cioè che a Borgo Montello c’era una situazione caotica negli ingressi. Ma tutto questo non è più accaduto dopo il suo arrivo. Il mandato è durato circa due anni e ad un certo punto la società che gestiva l’invaso lo ha praticamente costretto a dare le dimissioni. Forse anche a causa dei suoi ostinati controlli ma questo non è sicuro. Ciò che emerge chiarissimamente dall’audizione di Achille Cester è invece l’atteggiamento inqualificabile del Comune di Latina e della stessa Provincia che ancora in quegli anni se ne infischiavano altamente di ciò che poteva succedere nella discarica. Molti camion arrivavano «in condizioni pietose... e perdevano percolato...». Il Comune di Latina faceva finta di niente anche perché pagava pochissimo per il conferimento e per di più aveva un’elevata morosità. Anche l’amministrazione provinciale di fatto chiudeva un occhio se non tutti e due. Latina Oggi 30 luglio 2012

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