lunedì 30 luglio 2012

Discarica Latina l'abitudine a sversare al Montello

E’ possibile che le aziende della zona abbiano usato in parte i siti L’abitudine a sversare I quesiti per Achille Cester e le risposte: «C’era un andazzo» Ecco cosa ha detto, per ampi stralci, l’ex direttore della discarica Indeco, Achille Cester, in Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti a proposito della situazione che ha trovato al suo arrivo a Latina. «..... Può darsi che esistesse un cattivo ‘andazzo’ - perdonatemi l'espressione - da parte di alcuni operatori locali nel mischiare a questi rifiuti assimilabili agli urbani anche rifiuti che non lo erano strettamente. Questo andazzo è stato completamente interrotto nel momento in cui sono diventato direttore della discarica perché ho introdotto ed effettuato, personalmente, controlli su tutti gli automezzi che entravano in discarica sia dall'alto, sia al momento dello scarico. In pratica, c’era una passerella a fianco della pesa, sulla quale si saliva, si controllava il contenuto del carico dell'autocarro che andava a scaricare, dopodiché lo si verificava anche al momento dello scarico.... respingevo alla fonte il carico perché per me non era assimilabile all'urbano spiegando che quel rifiuto, secondo la normativa dell'epoca e l'evidenza merceolog i c a , n o n e r a r i fi u t o assimilabile, per cui non poteva essere smaltito in discarica. Non credo, però, che fossero rifiuti che venivano da molto lontano. In fin dei conti, era un polo industriale e, probabilmente, in passato la discarica di Latina aveva rappresentato anche la possibilità, per le aziende della zona, di smaltire i loro rifiuti assimilabili. Nel 1997 proprietario della discarica era una holding che si chiamava Green Holding». A Cester il presidente e i commissari hanno chiesto anche con chi si relazionasse presso il Comune di Latina, che, in fondo, era proprietario dell’area delle discariche e primo interessato alla tutela ambientale. «Non mi relazionavo con nessuno. Le uniche persone con cui avevo rapporti continuativi erano Terlizzo e il comandante Novelli, che mi aveva messo come custode della discarica di fronte, ma ho un ricordo vago, per cui può darsi che non fossi custode giudiziario in senso stretto..... Può essere arrivato un fango, una melma, qualcosa che ricorda molto il rifiuto industriale, regolarmente conferito in queste discariche, ma - non so come né perché - l'autorizzazione è stata revocata e l'invaso 2B è stato utilizzato per il conferimento dei rifiuti urbani». Il commissario Alessandro Bratti ha chiesto specificamente della vicenda del parroco di Montello. Ecco la domanda: «Lei è arrivato dopo l'omicidio del parroco della zona, che si diceva avesse condotto una grossa battaglia contro l'apertura di questa discarica: rispetto a questa questione, lei non ha mai sentito nulla? ». Questa la risposta di Cester: « No. Per la prima volta ho sentito parlare del parroco in questi giorni. Non era, comunque, un argomento cui hanno mai accennato. Dalla descrizione che me ne hanno fatto, lo conoscevano in pochi in discarica, forse quelli di Borgo Montello in senso stretto. Se fosse stato un caso eclatante, forse qualcosa prima o poi mi avrebbero accennato. Non l'hanno mai fatto, non so se per paura o per cos'altro, ma il dato di fatto è che non lo sapevo assolutamente». Latina Oggi 30 luglio 2012

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