giovedì 24 maggio 2012

Villa Adriana la discarica già puzza e non è immondizia


LA DISCARICA GIÀ PUZZA
E NON È IMMONDIZIA
Corcolle, un affare da 300 milioni l’ann o
Villa Adriana, oggi
decide il Cdm
Il prefetto
Pecoraro ha dato
la valutazione
alla società
di un amico
di Malcom Pagani “Il fatto quotidiano” 25 maggio 2012
Questa mattina, scaduti i
termini per bluff, titubanze
e rilanci, si vedranno
le carte. E si scoprirà
se davanti al Consiglio dei ministri
Mario Monti (un signore
che fino a pochi mesi fa sedeva
nel Cda del Fondo ambiente
italiano) vorrà essere ricordato
come il Presidente non
scelto dagli elettori che permise
lo scempio di Villa Adriana
o deciderà di indossare un
abito diverso. Lorenzo Ornaghi,
il visconte dimezzato in
seno alla Cultura, ha messo sul
tavolo le proprie dimissioni.
Dopo averle annunciate, ritirate,
posticipate, continuare a
rimanere al Collegio Romano
anche in caso di “avanti tutta”
gli sarà impossibile.
IERI, DOPO un rapido passaggio
nelle zone terremotate,
l’attuale rettore della Cattolica
è corso a Corcolle per rendersi
conto della situazione. Un
viaggio inutile, simbolico, teso
a affermare una contrarietà
mediatica sopra la quale altri
interessi hanno stratificato
una trama inestricabile. La discarica
produce denaro. E i soldi
non hanno odore. Così il
nuovo potere politico di stanza
a Roma, escluso o marginale
ai tempi in cui il Re indiscusso
dell’immondizia rispondeva al
solo indirizzo di Manlio Cerroni
da Pisoniano (due località alternative
proposte, totalmente
ignorato) ha deciso di partecipare
alla festa. Le scelte
economiche lasciano gli ideali
nell’angolo e l’opzione di Corcolle
vale oltre 300 milioni di
euro (qualcuno sostiene 500)
l’anno. Il sito per cui oggi Renata
Polverini e il prefetto Pecoraro
smaniano lo trovò Claudio
Botticelli, un imprenditore
romano che con l’Asea, una srl
con un capitale sociale risibile
(diecimila euro, il minimo previsto)
gestita dai due figli ventenni,
si era già occupato della
gestione della cava di Fondi, il
comune che l’allora ministro
dell’Interno Roberto Maroni
sciolse per inflitrazioni malavitose.
Il sito di stoccaggio in
provincia di Latina fu oggetto
di attenzioni non benevole (arresti
per usura) da parte della
Direzione distrettuale antimafia
di Roma e l’Asea, la cui sede
legale è stata recentemente
spostata a Treviso e quella un
tempo operativa di Aprilia è
oggi in stato di abbandono, ha
continuato a lavorare nel settore.
Prima rilevando l’enor me
buca adiacente a Villa Adriana
di proprietà del costruttore ed
ex piduista in sonno Simonpietro
Salini (tessera numero 531)
utile a interrare i detriti della
Metro B1 di Roma. Poi insistendo.
Con variazioni, sul tema.
Con i due giovani Botticelli,
Alessandro e Nicoletta, si è
messo in affari il proprietario
del castello adiacente la cava
che guarda Villa Adriana. Giuseppe
Piccioni, socio al 50 per
cento dell’Ecologia Corcolle
srl, la società che con impressionante
lungimiranza e tre
mesi di anticipo rispetto all’indicazione
del sito che avrebbe
sostituito Malagrotta, firmò
nello studio di un notaio di Tivoli
un contratto d’affitto per
24 ettari. Coincidenze? Piccioni,
che oggi si dice ingannato
dai Botticelli, è uno strano personaggio.
Sua moglie, Manuela
Planner Terzaghi, è rappresentante
assieme al figlio Andrea,
della “Brixia Verwaltungs Ag”
una società svizzera “anonima”
proprietaria della buca in
odore di esproprio in cui dovrebbero
finire i rifiuti dei romani.
Sulla inquietante impalpabilità
della Brixia si era
espresso, ed è tutto dire, il difensore
di Delfo Zorzi (indagato
per la strage di Piazza Fontana)
e avvocato di Berlusconi,
Gaetano Pecorella che in commissione
Ecomafie picchiò sui
Planner Terzaghi: “I rappresentanti
possono essere anche
le persone più oneste del mondo,
ma dietro una società anonima
ci può essere un mafioso”.
UN INTRECCIO su cui indaga
la Procura di Roma, ma
che lascia indifferente il prefetto
Giuseppe Pecoraro. L’uomo
che affidò la valutazione su
Corcolle (“avevo fretta”) a un
suo vecchio amico di Palma
Campania, Luigi Sorrentino, e
a un suo consulente personale:
Pietro Moretti della Cidiemme.
La risposta positiva arrivò
in 24 ore. Altre coincidenze. In
questi mesi, Giuseppe Pecoraro
ha imparato a farsi conoscere.
Mentre ottiene la fiducia
del governo, il palazzo tutto si
impegna nel dichiarazionismo
e lui incassa la sinistra, desolante
solidarietà del vicino di ufficio
Nicola Zingaretti: “Mi fa
schifo chi lo attacca”, Pecoraro
guarda oltre. Per mesi ha terrorizzato
i romani paventando
palazzi di immondizia ai bordi
delle strade e manganelli pronti
all’uso: “Siamo in una situazione
tipo quella di Napoli e
prenderò provvedimenti contro
chi ci farà andare in emerge
n z a ”. Ora, al redde rationem,
ottenuto parere favorevole
dall’avvocatura dello Stato,
non guarda in faccia a nessuno
e nessuno, di converso, gli
chiede un passo indietro. Ai
bei tempi in cui precipitava
nell’a f fa i re P4 e conversava di
ordini del giorno del Copasir
con Bisignani, accadeva lo
stesso. Di Gigi, come di mezzo ceto politico, Pecoraro è sodale.
A leggere l’inter rogatorio
dei pm al faccendiere, Pecoraro
esulava dai suoi compiti di
controllo dispensando consigli
su parchi giochi in zona Valmontone
(Rainbow Magicland)
che non si sarebbero dovuti
costruire, ma vennero edificati
ugualmente in spregio a
legge e vincoli: “Il Pecoraro, sapendo
che ero buon amico di
Angelo Rovati mi disse che lo
stesso, interessato a tale opera,
avrebbe avuto problemi e che
lui non avrebbe mai potuto autorizzare
l’apertura per problemi
di viabilità legati all'Autostrada
A1”. Lo fece. Villa
Adriana è in buone mani

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